“Il 2 giugno, oggi come ieri, è una festa per tutti gli italiani”. Nella Marsica celebrazioni più sobrie in occasione della Festa della Repubblica

AVEZZANO- “Volgendo lo sguardo al nostro passato ci si accorge di quanto cammino sia stato fatto dalla Repubblica per garantire agli italiani democrazia, libertà, benessere, giustizia, diritti, qualità della vita. Di quanti ostacoli siano stati superati, quando è prevalsa la coesione, il senso di responsabilità, la lungimiranza. Di questo dobbiamo essere fieri, senza che questo possa indurre a trascurare i tanti problemi e le tante difficoltà che emergono. Questa storia ci induce quindi a guardare al futuro con maggiore ottimismo e forza d’animo: il 2 giugno, oggi come ieri, è una festa per tutti gli italiani”. Queste parole, scritte dal nostro presiente della repubblica Sergio Mattarella ci possono ben accompagnare all’interno di una delle celebrazioni nazionali più sentite: la Festa della Repubblica.

Purtroppo la pandemia da Covid-19 che ha colpito il nostro paese ci impedisce di celebrare in modo solenne tale evento storico: nonostante ciò, le celebrazioni per tale pagina storica nazionale non si fermano. Ad esempio, ad Avezzano alle ore 10 di martedì 2 giugno, in Piazza della Repubblica il commissario straordinario dottor Mauro Passerotti deporrà una corona d’alloro sul monumento dei caduti.

Nel comune di Collelongo la celebrazione in onore del 2 giugno inizierà alle ore 11 in Piazza Ara dei Santi ove verrà deposta, alle ore 11, una corona d’alloro: ne seguirà il saluto del sindaco di Collelongo Rosanna Salucci. Dal comune fanno sapere che, per coloro che intendono partecipare, dovranno mantenere la distanza di un metro ed indossare la mascherina.

Viceversa, a Magliano dei Marsi la celebrazione avverrà in forma strettamente ristretta. Alle ore 12, alla presenza del primo cittadino di Magliano dei Marsi Mariangela Amiconi, verrà deposta una corna d’alloro all’interno del sacrario dei caduti.

A Tagliacozzo le celebrazioni per il 74esima Festa della Repubblica si svolgeranno nel pomeriggio: alle ore 16;45 i partecipanti si ritroveranno presso il Monumento ai caduti. Alle ore 17 verrà deposta una corona d’alloro al Monumento dei Caduti: seguirà il saluto del sindaco di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio ed il discorso commemorativo tenuto dalla Professoressa Maria Teresa Letta della Croce Rossa Italiana. Tale manifestazione avrà luogo nel rispetto delle disposizioni per il contrasto e il contenimento dell’epidemia da Covid-19 emanate per la fase2.

Viceversa, a Celano le celebrazioni si svolgeranno di mattina. Alle ore 11;30 ci sarà la deposizione di una corona d’alloro per il monumento dei caduti sito in Piazza IV novembre; seguirà, alle ore 12,la consegna della Costituzione Italiana ai 18enni presso il Parco della Rimembranza. Le celebrazioni si concluderanno con il saluto del primo cittadino di Celano.

Infine, alle ore 10;40 presso l’entrata del cimitero monumentale dell’Aquila si renderà omaggio a Maria Agamben partigiana e madre costituente. Nata all’Aquila nel 1899, Maria Agamben si laurea in Lettere, inizia la carriera di insegnante e giornalista e – dopo l’8 settembre del ’43 – prende parte alla Resistenza a Roma nell’associazione Piazza Bologna che aiuta i perseguitati politici. Antifascista e partigiana, grazie al suo impegno politico e civile, dopo la Liberazione, il 2 giugno del ’46 viene eletta nell’Assemblea Costituente: è una delle sole 21 donne che ne fanno parte su 556 parlamentari. Per il suo prestigio, cultura e sensibilità politica Maria Agamben sarà una delle cinque donne (insieme a Nilde Iotti, Teresa Noce, Lina Merlin e Angela Gotelli) a far parte della Commissione Speciale che redigerà il testo della Costituzione poi approvato dal Parlamento. Era la prima volta che in Italia si votava col suffragio universale e che le donne si affacciavano all’impegno istituzionale. Vale la pena ricordare che a Milano il 25 aprile del 1945 al corteo del Comitato di Liberazione Nazionale organizzato dopo la sconfitta dei nazifascisti e per la ritrovata libertà, le donne non furono fatte sfilare. Eppure erano state protagoniste della Resistenza alla pari degli uomini. Erano state “la Resistenza dei Resistenti” come disse Ferruccio Parri. Si calcola che furono due milioni le donne che – in casa, in fabbrica o nelle campagne – si schierarono con o senza armi per aiutare i partigiani. Circa 100.000 di loro parteciparono attivamente alla guerra di Liberazione. Di queste 4.653 furono arrestate, torturate e condannate, 2.750 furono deportate, 629 furono fucilate o caddero in combattimento, 19 furono insignite della medaglia d’oro al Valor Militare. Ancora oggi ci sarebbe molto da ricordare sul ruolo fondamentale delle donne partigiane, e Maria Agamben ce ne da l’opportunità. Nelle elezioni politiche del ‘48 Maria Agamben è eletta al Parlamento nel collegio di Perugia tra le file della Democrazia Cristiana: si impegna sui temi della disoccupazione e del lavoro, dei diritti sociali, della condizione dei contadini e degli emigrati e del ruolo delle donne nella società, nella famiglia, nelle istituzioni. Lotta contro lo sfruttamento della prostituzione e per il loro reinserimento sociale. E’ stata dirigente delle ACLI e Fondatrice del CIF (Centro Italiano Femminile) nato da una costola dell’UDI (Unione Donne Italiane). Per tutta la vita continuò il suo impegno sociale e civile, fino al 1984 quando morì a Roma. Il suo corpo riposa all’Aquila, nella Cappella Federici, insieme al marito il commediografo Mario Federici che aveva sposato nel 1926.

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