Il Ciocco di Natale, nella Fontamara di oggi: un presepe allestito da alcuni pensionati

di Orazio Mascioli (fotografo, regista, scrittore)

Un nevischio fastidioso, gelo alle mani, due punch consumati in un bar dove giocano a tressette e un pensionato che si avvicina, raccontando modestamente come quel presepe lo abbia allestito un piccolo gruppo di pensionati: “Fontamara oggi?”

E le foto fanno da degna illustrazione al racconto di Ignazio Silone!

Il ciocco di Natale

“Vi era in Abruzzo qualche antica usanza natalizia di cui non conoscevo l’origine.
Quando, dopo la messa di mezzanotte, si tornava a casa, nostro padre lasciava socchiusa la porta d’ingresso.


La mamma ci spiegava che, da mezzanotte, la Santa Famiglia vagava per il mondo per sfuggire ai terribili soldati di Erode che avevano l’ordine di uccidere il Bambino Gesù.


Bisognava dunque che, in caso di pericolo, la Santa Famiglia potesse, senza perdere tempo, rifugiarsi nella casa più vicina.
Per questo la porta doveva rimanere aperta, il camino acceso tutta la notte e la tavola apparecchiata, con buone provviste.


La nostra notte di Natale trascorreva di conseguenza nell’insonnia e nell’ascolto più ansioso.
Il minimo rumore ci faceva trasalire. Ci si commuoveva all’idea che Maria e Giuseppe col Bambino si rifugiassero in casa nostra.


Se ne aveva un’impressione che probabilmente avrebbe lasciato una traccia per tutto il resto della vita”.
(…)


Era una credenza proletaria che faceva pensare che l’innocenza può essere perseguitata, che la legge può rappresentare l’ingiustizia, che bisogna essere solidali coi perseguitati.

“Una lunga sera con Ignazio Silone”; in Ignazio Silone; Luce D’Eramo, 2014 Lit Edizioni srl.

foto di Orazio Mascioli

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