Il Crepuscolo degli Dei… ovvero fine del sistema dei tagli alla salute dei cittadini

AVEZZANO – “…Avvampando gli angeli caddero, profondo il tuono riempì le loro rive bruciando dei fuochi dell’Orco…” (W. Blake)


Wotan aveva dovuto dolorosamente riconoscere la propria impotenza e aveva compreso saggiamente che non avrebbe dovuto più temere per il declino degli dei se una nuova stirpe di esseri liberi fosse riuscita a conquistare quella signoria del mondo che lui, il “meno libero di tutti i viventi”, non era riuscito a fondare.
(R. Wagner)

Nel silenzio ci guardiamo intorno sgomenti!

“…Lo sguardo timoroso e sofferto, col passo insicuro ed incerto, s’avanza e ristà e mira e rimira la schiera affannosa dei brandi che corre via e speranza non ha, mentre rimira sgomento la gloria passata ed il bel tempo che fu…” avrebbe scritto Alessandro Manzoni!

Intorno a noi ci son solo le rovine di un sistema sanitario che è ormai allo sfacelo, ma non si deve pensare che ciò sia stato per caso oppure per un imperscrutabile ed inatteso disegno o scherzo del destino.

Tutto ha inizio anche più di dieci anni fa con le scelte cervellotiche di una sanità regionale che ha cominciato a privilegiare le ottimizzazioni condotte senza alcun riguardo per le regole, se volete, matematiche delle ottimizzazioni!

Dirigenti e manager delle ASL sono stati assunti con provenienze e conoscenze e formazioni culturali inadeguate al ruolo da ricoprire, che pur funzione oggettiva, trova nella soggettività, la sua più completa realizzazione.

Così sono state applicate alla sanità regole proprie della sola economia e della pura finanza che poco hanno a che vedere col diritto, costituzionalmente sancito, alla salute!

Ridurre le spese può significare ridurre i costi e non solo tagliare le voci di spesa…

Ma per capire questo occorre avere una preparazione economica e finanziaria, oltre che gestionale, che non è certo quella della semplice “partita doppia”, ma che tiene conto delle esigenze del sistema, quello sanitario che non può essere in attivo se la gente sta male e va curata!

Così si dovrebbe ridurre il costo di acquisto, che so io, del paracetamolo (tachipirina) e magari invece di 11 € per una scatola, o di 7,50 alla scatola, potrebbe essere acquistato a 3 € magari facendolo produrre all’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze.

I posti letto dovrebbero essere innanzitutto legati al numero degli abitanti serviti ma anche alle caratteristiche del territorio e i medici per reparto come pure infermieri e operatori sanitari dovrebbero essere considerati, come disponibilità numerica, in funzione del tipo di reparto, della specializzazione necessaria e delle tecniche diagnostiche e terapeutiche praticate…

Questo dovrebbe essere, ma come direbbero i germanici: “so funktioniert es nicht” (non funziona così) ed il perché è difficile da comprendere, ma basta riandare al 2016 che potrebbe essere considerato l’anno dell’inizio della “caduta degli dei”…

In quell’anno accade una cosa che ha dell’incredibile, ovvero, i dirigenti dell’Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila hanno conseguito un premio di 35.000 euro sullo stipendio annuale e la ragione è legata al fatto che, secondo una relazione del direttore generale dell’epoca, avrebbero conseguito gli obiettivi aziendali, in base al punteggio complessivo riportato nel procedimento di verifica, avrebbero cioè conseguito il 100% della incentivazione ammissibile (https://www.nursetimes.org/dirigenti-asl-ottengono-e-35-000-per-i-tagli-al-personale/54161/amp?fbclid=IwAR3rMky9brAa9L-2ig2TNRlOeZx3A_k2p5-kQ3iFjGvcFZYFHREMCnjvTIo).

Fin qui si potrebbe pensare che non ci sia nulla di male: un ottimo risultato adeguatamente premiato con quanto di meglio si può fare sulla faccia della terra: premio in denaro…

Ma, sempre come direbbero i teutonici: “ein moment bitte!” ovvero, “un attimo prego”

Quale era l’obiettivo aziendale?

La riduzione della spesa? Il contenimento dei costi?
Tra i principali obiettivi raggiunti spicca quello sul risparmio riguardante la spesa del personale, conseguito però si badi bene con la riduzione del personale dei reparti.

Da qui ha inizio il costante, progressivo, impoverimento degli organici dei reparti con interventi mirati e finalizzati quali “l’aggregazione modulare delle unità operative” oppure “la centralizzazione a livello dipartimentale di alcune attività” come ricoveri diurni e ambulatori.

Tutto ciò si è riflesso via via su un numero crescente di reparti, quasi sempre accorpati a quelli del capoluogo, con una penalizzazione crescente della qualità e quantità dei servizi ospedalieri offerti dall’ospedale SS. Filippo e Nicola che pure avrebbe dovuto essere un “hub”.

Qualcuno potrebbe obiettare che si trattava di un intervento così indirizzato dalla cosidetta legge sulla spending review, ma la legge in questione raccomandava  che gli Organi Competenti assicurassero innanzitutto un adeguato livello assistenziale e di cura. Invece i tagli effettuati, individuati senza cognizioni di ricerca operativa e di logistica, hanno determinato la esistenza di un PS inadeguato per risorse e personale, privo di un primario ma con “un facente funzioni in sede vacante”, un OBI che si è tentato, per soli motivi politici e clientelari, di trasformare in reparto distaccato dal PS, l’accorpamento di reparti quali Urologia, Otorinolaringoiatria e la eliminazione di neurochirurgia e qualcos’altro…

Per tacere di infermieri trasferiti o non sostituiti e specialisti costretti a spostarsi in altre sedi ospedaliere…

Risultato: lo sfacelo del sistema perché si è operato come avrebbero operato in banca, solo che in un ospedale non si vanno a fare depositi di denaro…

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