“Il Domatore” di Vittorio Franceschi in scena al Teatro Cortesi di Sirolo

Proprio presso il teatro della cittadini marchigiana, lunedì 28 agosto alle ore 21:30, andrà in scena lo spettacolo teatrale IL DOMATORE scritto da Vittorio Franceschi che, insieme a Chiara Degani, ne è anche l’attore protagonista  per la regìa di Matteo Soltanto.

Lo spettacolo, vincitore del Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2022 come Migliore Novità e del PREMIO ENRIQUEZ 2023 per la drammaturgia del suo ultimo spettacolo, si avvale, dell’assistenza alla regìa di Francesco Lanfranchi, della musica e del sound design di Guido Sodo; dell’opera del light design Luca Bronzo e delle scene e dei costumi sempre di Matteo Soltanto. La fondazione Teatro Due, CTB Centro Teatrale Bresciano, ne ha curato la produzione.

La tipologia testuale usata per la sceneggiatura è quella dell’intervista, ma via via che la rappresentazione progredisce è sempre più difficile capire chi intervista e chi è l’intervistato.

Composto durante la pandemia e pubblicato dall’editore Raffaelli, il testo è magistralmente reso dai due attori – Franceschi e Degani – che si comportano come “due anime che hanno l’istinto di dare sentimenti e ai pensieri l’espressione più piana e più immediata, senza sovraccarico inutile di accenti o di atteggiamenti” riuscendo a farne vero teatro, in cui si integra il semplice testo scritto con la gestualità, con la corporeità, con le voci e i silenzi degli attori.

Cadabra è un domatori di animali selvatici, soprattutto nella pratica circense. Il mestiere è difficile, pericoloso ma affascinante e Cadabra lo sa fare bene; il suo obiettivo è quello di creare una nuova relazione con gli animali per poterli addestrare in modo sicuro e responsabile, nonché per realizzare una performance che sia allo stesso tempo divertente e coinvolgente per il pubblico ma la nuova legge, che proibisce l’impegno di animali nei circhi, da poco varata, impedisce a Cadabra di lavorare, perciò deve lasciare il circo. Ma il circo E’ la vita e allora, che cosa succederà?Una giornalista racconterà la sua storia, le vicende umane ed esistenziali del “grande domatore”.    

La morale della storia è nel significato delle illusioni perché “la verità è spietata ma ha pietà di noi, se ne resta là, nascosta fra le pieghe di quel sipario che ogni sera, senza nulla rivelare, si chiude… anche quando il sipario non c’è. In questo testo si parla di leoni e di tigri, di clowns e di Santi, di case costruite partendo dal tetto e di grandi amori fuggiti via. E di anime che si incontrano e si scambiano il dolore come pegno. L’unica cosa che dura e non tradisce», ha chiarito Franceschi.

VITTORIO FRANCESCHI Vittorio Franceschi (Bologna, 1936) ha lavorato con i maggiori Teatri Stabili italiani e con alcuni fra i più importanti registi, italiani ed europei: Benno Besson, Massimo Castri, Monica Conti, Alessandro D’Alatri, Matthias Langhoff, Gabriele Lavia, Nanni Loy, Piero Maccarinelli, Francesco Macedonio, Mario Missiroli, Walter Pagliaro, Luca Ronconi, Marco Sciaccaluga, Aldo Trionfo, Andrzej Wajda. Ha interpretato fra gli altri Edipo (Sofocle); Tartufo (Molière); Robespierre (Przybyszewska); Il reduce (Ruzante); Paragone, Jacques e Gloucester (Shakespeare); Pécuchet (Kezich e Squarzina da Flaubert); Godson (Malaparte); Sampognetta e Hinkfuss (Pirandello); Borkman (Ibsen); Nicolaj Sarincev (Tolstoj); Il signore (Strindberg); Hamm (Beckett); Akàkij Akàkievič (Franceschi da Gogol). Ha recitato per una stagione in lingua francese alla Comédie de Genève. Sue opere teatrali sono tradotte e rappresentate in Céchia, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Russia, Scozia, Spagna, Svizzera.  Tra i principali riconoscimenti: Premio Riccione/ATER (1976); Targa Saint-Vincent (1983); Premio IDI (1991 e 1992); Premio UBU (1999 e 2006); Premio ETI-Olimpici del Teatro (2006); Premio Hystrio (2006); Premio della Critica (2009); Targa Paolo Volponi (2014); Premio Le Maschere del Teatro Italiano (2022). Nel 2008 Il Comune di Bologna gli ha attribuito il Nettuno d’oro “per il suo straordinario percorso nella parola teatrale”. È stato per trent’anni insegnante e condirettore della Scuola di Teatro “Alessandra Galante Garrone” di Bologna.