Il Prof. Valletta: “In questo nuovo Dpcm bambini ancora una volta dimenticati”

AVEZZANO – Con l’emanazione dell’ultimo DPCM, ancora una volta, tranne che “…una didattica in presenza per le scuole dell’infanzia..”, non ci
sono altre novità, rispetto all’argomento riguardante gli iscritti
alle scuole statali, comunali e paritarie dell’infanzia. Viene da
esclamare, con delusione, “i piccoli sono sempre l’ultimo o, peggio,
il nessun pensiero per le Istituzioni”. In questo tormentato periodo
di pandemia, rileggendo tutta la legislazione prodotta sin
dall’inizio, con certezza, si può affermare che le stesse si stanno
dimenticando dei bambini.” Ad evidenziarlo è il Prof. Sandro Valletta,
coordinatore pedagogico del Comune di Avezzano, che abbiamo sentito in
merito.

D:Professore, cosa succede, i bambini non hanno più rilevanza sociale?

V:“La sua, è un’affermazione che mi preoccupa, perché veritiera e
condivisibile. Noto, con stupore, che nel Comitato Tecnico
Scientifico, istituito per l’emergenza sanitaria da “Covid-19”, non
c’è alcuna presenza di tecnici di area infantile. Gradisco credere ad
una dimenticanza ma, questo, la dice lunga anche sulla priorità che
hanno i piccoli nell’agenda politica. Il tutto, è una sconfitta, in
primis, per i bambini e, soprattutto, per noi tutti, nessuno escluso,
perché le nostre future generazioni sono uscite dall’immaginario
collettivo, perdendo la loro rilevanza sociale. Per essere precisi, e
trovare elementi a favore dei piccoli, bisogna tornare indietro, nel
lontano 1997, periodo in cui c’è stata una grande attenzione per
l’infanzia, grazie alla Legge 285, per la promozione dei diritti e
delle opportunità per la stessa e l’adolescenza, che fu molto
considerata, anche a livello mondiale, in quanto, con questa
produzione legislativa, l’Italia rientrava al centro dell’interesse
internazionale, con una norma fortissima che destinava risorse
economiche significative a tutte le realtà territoriali che avessero
prodotto progetti a favore dei diritti dei bambini”.

D:Cosa è fondamentale in questo momento per i piccoli?

V:“Premesso che, purtroppo, molti di loro non hanno la possibilità di
essere bambini e l’emergenza sanitaria, che tuttora viviamo, ha
peggiorato la situazione, rendendoli sempre più marginali e
invisibili. Prioritaria è la questione che presto si riapproprino
dello spirito di socialità, di condivisione e di quelle abitudini, che
l’età comporta, spesso venute meno a causa dell’emergenza
“coronavirus”, sperando che possano aiutarli a riacquistare quella
tranquillità, fondamentale a porre le basi per la loro vita futura,
affinchè abbiano sempre il desiderio di conoscere la verità e la
realtà che li circonda, per realizzare tutti i loro sogni, per ora,
nel cassetto, non dimenticando mai, che anche gli istituti che li
accolgono, da sempre, sono un baluardo contro la malavita, lo spaccio,
l’illegalità diffusa e la povertà”.

D:Quale, secondo lei, l’aspetto principale non considerato dai nostri governanti?

V:“Principalmente, una proposta “politica” riportante una nuova
attenzione verso l’infanzia, che si concretizzi in provvedimenti
significativi. E qui mi rifaccio ad alcune, delle tante e
interessanti, proposte del pedagogista piacentino Daniele Novara,
riportate nel suo ultimo libro: primo, “creare un presidio pedagogico
in ogni istituto scolastico”; secondo, “mettere a disposizione dei
genitori un bonus pedagogico”; terzo, “rendere la Scuola dell’Infanzia
obbligatoria”; quarto, “sostenere la professionalità degli
insegnanti”; quinto, “destinare spazi cittadini ai bambini e ai
ragazzi”. Richieste ponderate, affinché i bambini diventino gli attori
principali della loro crescita, sotto tutti i punti di vista. Un altro
aspetto fino ad oggi trascurato dalla politica è la situazione in cui
si trova l’educatore. In pratica, in tutte le decisioni, non ci
sarebbe mai stato il coinvolgimento di questo operatore del settore”.

D:Quale, secondo lei, il mondo che dovrebbero vivere i piccoli e quale
il suo auspicio?

V:“Intanto esprimo la mia piena disponibilità a partecipare a qualsiasi
iniziativa, dove ritengano giusto ed opportuno avvalersi della mia
persona. Poi. mi rivolgo a tutte le Istituzioni sollecitandole ad
affrontare la questione, nei termini più impegnativi, per raggiungere
il fine, da tutti auspicato, di fornire alla dirigenza e all’utenza un
concreto segnale di attenzione e vicinanza, rivolto particolarmente
verso coloro che rappresentano il nostro futuro e la nostra speranza,
per un mondo migliore ed una vita piena di ogni Bene e Felicità, per
non mancare di rispetto alla “persona bambino” e alle esigenze proprie
di questa fascia d’età. Di conseguenza, al più presto, bisognerà
uscire dall’ombra osando riproporre, con coraggio e determinazione, la
centralità del bambino/persona, nelle politiche sociali, nel mondo
dell’informazione e nei progetti per il futuro del nostro Continente.
Non abbiamo molto tempo per farlo. I piccoli sono il vero indicatore
del benessere sociale perchè in quella società dove stanno bene loro è
quella dove stanno bene tutti”.

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