Il video della domenica di Espressione24: i luoghi di Celestino V a Sulmona

SULMONA (L’Aquila)- Il video della domenica di Espressione24 che oggi ho voluto confezionare per voi oggi vi porta in uno dei luoghi più belli e suggestivi d’Italia: i luoghi di Celestino V a Sulmona.
Avrete modo di osservare la splendida architettura esterna dell’abbazia morronese e l’eremo di Sant’ Onofrio con la sua caratteristica rupestre.

Due siti dove il solo accedervi consente di liberarsi di tutte le tossine che la vita di oggi, con la sua accelerata impostazione, fa accumulare.

Insomma un’altra testimonianza d’affetto per una città che merita davvero di essere non solo visitata, ma anche e soprattutto considerata ed amata.


L’Abbazia di Santo Spirito al Morrone ha rappresentato per secoli il più importante e celebre insediamento della Congregazione dei Celestini nonché il fulcro della vita culturale, religiosa e civile di un vasto territorio.

Il complesso monumentale dell’abbazia sorge a soli 5 Km dal centro di Sulmona in località Badia, nella fascia pedemontana del Morrone, in un territorio fin dall’antico deputato alla sacralità e da sempre in dialogo con il vicino eremo di S. Onofrio, rifugio prediletto di fra Pietro e con l’imponente Santuario di Ercole Curino.

Le origini dell’Abbazia sono legate alla figura di Pietro di Angelerio, monaco benedettino, eremita, fondatore dell’ordine dei Celestini e Papa con il nome di Celestino V. Sarà lui a iniziarne la costruzione ampliando probabilmente la chiesetta di Santa Maria risalente alla prima metà del XIII secolo e promuovendo poi la costruzione di una nuova chiesa dedicata allo Spirito Santo con annesso Monastero. In questa sede inoltre si stabilirà la Casa Madre dell’Ordine a seguito del Capitolo Generale tenutosi nel giugno del 1293.

Nel corso dei secoli l’Abbazia ha subito varie fasi di ampliamento di cui abbiamo ancora bellissime testimonianze, fino ad arrivare agli importanti interventi a seguito del terremoto del 1706.

I monaci hanno abitato questo complesso fino all’emanazione della legge napoleonica del 1806 che disponeva la soppressione degli Ordini religiosi. In seguito a ciò l’abbazia ha cambiato diverse destinazioni d’uso: adibita dapprima a Collegio Reale dei tre Abruzzi, poi ad ospizio di mendicità quindi a quartiere militare con annesso ospedale, nel 1868 viene trasformata in casa di reclusione e sarà tale fino al 1993. Nel 1998 è assegnata al Ministero per i Beni e le Attività Culturali che avvia un progetto di restauro tutt’ora in corso di esecuzione. Dal 2014, la gestione del monumento è affidata al Polo Museale dell’Abruzzo (ora Direzione Regionale Musei Abruzzo). L’Abbazia è anche sede temporanea dell’Ente Parco Nazionale della Majella.

Oggi l’Abbazia si presenta come un grandioso complesso monumentale di forma quadrangolare circondato da possenti mura; composto da una monumentale chiesa settecentesca e da un imponente monastero che si articola su cinque cortili interni, tre maggiori e due minori. Dalla chiesa si accede alla quattrocentesca Cappella Cantelmo-Caldora (temporaneamente chiusa per restauri).

L’eremo, risalente al XIII secolo, è il luogo più intimamente connesso alla vicenda di Pietro da Morrone, diventato papa con il nome di Celestino V e successivamente canonizzato come San Pietro Confessore. Oasi di pace e di spiritualità, ospita la grotta che fu il primo umile rifugio dell’eremita.

Al suo interno i pellegrini vi compivano un rito antico e “apotropaico” per guarire, come vuole la tradizione, dai dolori articolari giacendo per qualche istante sulla spelonca rocciosa che fu il giaciglio del santo eremita. È arroccato sulla parete rocciosa del Morrone che si erge perpendicolare sui resti del tempio italico di Ercole Curino, altro nume tutelare dell’Abruzzo antico. Dal suo straordinario belvedere la vista domina la magnifica abbazia di Santo Spirito a Morrone, lo storico campo di prigionia 78 e l’intera Valle Peligna.

Da Sulmona si percorre la strada in direzione della frazione Badia; arrivati all’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, anche Sede del Parco, si comincia l’escursione e dopo circa 20 minuti si arriva ad un belvedere alle pendici del Morrone, dove c’è un’area pic-nic. Dal belvedere affacciato sulla valle Peligna, si può scegliere di salire all’eremo di Sant’Onofrio, oppure scendere al sito archeologico del Santuario di Ercole Curino

Il sentiero per l’eremo, esposto a sud e poco ombreggiato, s’inerpica lungo le balze rocciose zigzagando su scalini scavati nella roccia, può pertanto risultare faticoso nelle calde giornate d’estate.

In 30 minuti di cammino si giunge al romitorio. Paragonato a un nido d’aquila che domina la valle, l’eremo sembra davvero gareggiare, per audacia costruttiva, con i rapaci che popolano le pareti del Morrone. All’interno si trovano l’oratorio con affreschi del ‘200 e le cellette usate da Pietro del Morrone (Papa Celestino V) e da uno dei suoi più fedeli giovani discepoli: il Beato Roberto da Salle. Il santuario italico di Ercole Curino è raggiungibile in 5 minuti in discesa, partendo dal belvedere con il sentiero, che si snoda all’ombra di pini e cipressi. Il Sacello è decorato da pitture e da mosaici policromi di tipo ellenistico.

Mi verrebbe da dire: vedere per credere, ma forse il verbo che si addirebbe di più in questo caso è “provare”. Lo dico perché vi accorgerete che le sensazioni che si vivono venendo in questi posti occupano tutti i sensi e non solo quello della vista.

Si ringraziano il Slowmaiella, il Parco della Maiella il FAI per la descrizione data dei siti oggetto del reportage di oggi.