Increscioso episodio di razzismo vede vittima la giocatrice di basket in carrozzina Beatrice Ion

GIULIANOVA – Punta di diamante della nazionale azzurra femminile di basket in carrozzina, Beatrice Ion, 23 anni, è stata molestata verbalmente, lo scorso 10 luglio, a causa del parcheggio disabili, nei pressi della casa di famiglia ad Ardea, vicino Roma. L’aggressore non si è fermato, purtroppo, solo alle parole, “straniera di m… handicappata di m… tornatevene al vostro Paese”, già sufficientemente riprovevoli, e, nel momento in cui il papà della ragazza, Viorel Eduard, è intervenuto per difenderla, il molestatore ha rincarato ulteriormente la dose di inciviltà arrivando all’uso delle mani, avendo con una testata provocato ferite che hanno richiesto un ricovero in ospedale per il signor Eduard che ha riportato uno zigomo e un dente rotti. Sono stati momenti di paura per la famiglia.

Storia di grandi sacrifici e sofferenze quella di Beatrice fin da piccolina, quando a soli 3 mesi cominciano i problemi legati presumibilmente ad un errore nella somministrazione del vaccino antipolio, con conseguente compromissione dell’uso degli arti inferiori, diventando poliomielitica. I genitori non si sono mai persi d’animo, alla ricerca di tutto ciò che potesse fare stare meglio la piccola Beatrice. E’ proprio per questo che dalla Romania giungono in Italia nel 2004, ed è proprio in Italia che arriva l’infausta diagnosi di poliomielite. La mamma Giorgia ricorda “in Romania non avevamo la carrozzina e usavamo il passeggino. Ce l’ha messa a disposizione la Caritas romana”. 

È grazie alla presa in carico da parte dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, agli aiuti fisioterapici e riabilitativi col supporto del Santa Lucia, e alla sua predisposizione alla mobilità unitamente ad una grande forza di volontà, che la strada dello sport diventa per la piccola Bea, oggi donna, motivo di riscatto e orgoglio.

Molte le soddisfazioni e i successi fino ad oggi collezionati nella sua ancor breve carriera da sportiva, e sicuramente altri ne verranno e noi glielo auguriamo con tutto il cuore. Solo per citarne alcuni, ha vinto con il Santa Lucia 3 campionati giovanili, 2 scudetti, 3 Supercoppe italiane, 3 Coppe Italia. È stata capitano nella squadra mista di Porto Torres. Attualmente Beatrice gioca nella Amicacci Giulianova, una delle squadre che ha fatto la storia di questo sport in Italia, fondata da Peppino Marchionni, figura storica del movimento paralimpico, ormai quasi quaranta anni fa.

Corale la solidarietà ricevuta dal mondo dello sport e della politica, ma anche dagli ambienti universitari e studenteschi, ricordiamo infatti che la ragazza, “appartiene” in parte al nostro territorio abruzzese essendo iscritta a Teramo al corso universitario di Scienza della Comunicazione.

La famiglia si è integrata a tutti gli effetti, i genitori hanno un lavoro stabile, la giovane atleta paralimpica ha costruito relazioni umane sane , e nonostante questo brutto episodio di razzismo, nonostante il suo non facile percorso di vita, continua a brillare  di luce propria, una luce che non sarà minimamente offuscata dai sentimenti di odio, violenza e ignoranza che le sono caduti addosso.

Non cambiare mai Beatrice!

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