Innovativo convegno sul “Paesaggio Sonoro” al Castello Orsini di Avezzano. Docenti e ricercatori delle università abruzzesi esplorano il valore culturale dei suoni e visitano la mostra “Sacrum”

AVEZZANO – Un luogo si riconosce non solo dai suoi panorami, ma anche dai suoi suoni. Il “paesaggio sonoro” è infatti parte integrante dell’identità, della storia e della memoria collettiva di un territorio. Su questo tema, innovativo e ancora poco esplorato, si è svolto oggi – martedì 28 ottobre – al Castello Orsini di Avezzano il convegno “Ascoltare il Paesaggio. Sonorità, diritto e cultura nei territori d’Abruzzo”, organizzato dall’Università degli Studi di Teramo insieme all’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, con il sostegno del Ministero dell’Università e della Ricerca, nell’ambito del progetto PRIN PNRR SOUNDSIRC finanziato dall’Unione Europea tramite il Next GenerationEU e il Piano Italia Domani.

Un’iniziativa di alto valore scientifico e divulgativo che ha coinvolto numerosi studenti delle scuole di Avezzano, oltre a esperti e ricercatori.

Dopo i saluti istituzionali della professoressa Emanuela Pistoia, direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Teramo, sono intervenuti anche Sergio Montelpare, direttore del Dipartimento di Ingegneria e Geologia dell’Università “G. D’Annunzio”, e l’assessore Iride Cosimati del comune che ha ringraziato le università per aver portato nella città un tema di ricerca tanto originale quanto attuale.

Tra i relatori principali, Mario Fiorillo, Principal Investigator dell’Università di Teramo, ha evidenziato come il patrimonio culturale immateriale, e in particolare quello sonoro, rappresenti una dimensione da proteggere e valorizzare anche attraverso strumenti giuridici innovativi.

Particolarmente apprezzato l’intervento della professoressa Marta Ferrara, docente di Istituzioni di Diritto pubblico, che ha posto l’attenzione sull’importanza di preservare l’“impronta acustica” dei luoghi, specie nei restauri di ambienti culturali o archeologici. Ferrara ha illustrato esempi di applicazione del concetto di soundscape urbano nella pianificazione cittadina e di ecologia del paesaggio sonoro, fino alla soundscape composition, una forma di arte elettroacustica capace di restituire il “ritratto sonoro” di un ambiente.

Il professor Sergio Montelpare ha sottolineato la sinergia tra giuristi e tecnici come punto di forza del progetto, capace di generare nuove frontiere di ricerca sulla tutela dei beni culturali e paesaggistici immateriali.

Il ricercatore Alessandro Ricciutelli, dell’Università “G. D’Annunzio”, ha illustrato studi di rilevazione acustica degli ambienti condotti con tecniche avanzate, incluse le reti neurali e l’intelligenza artificiale. Paolo Zazzini, Associated Principal Investigator della stessa università, ha approfondito il ruolo delle tecnologie digitali nella mappatura dei paesaggi sonori.

Il Professore Gianmaria Alessandro Ruscitti, docente di Diritto dei beni culturali, ha offerto un suggestivo esempio abruzzese: la Transumanza, riconosciuta bene immateriale dell’umanità, di cui il suono è parte essenziale del patrimonio identitario e collettivo.

In chiusura, i partecipanti hanno visitato la mostra “Sacrum”, ospitata nel Castello Orsini, che ha offerto un’ulteriore occasione di riflessione sul rapporto tra arte, spiritualità e suono.

Il convegno ha lasciato un messaggio forte e condiviso: il paesaggio sonoro è un bene culturale a tutti gli effetti, da tutelare e tramandare come parte viva della storia e dell’identità dei luoghi.