Intervista al prof. Valletta:”Il mio augurio per la riapertura delle scuole dell’infanzia? Tutti i soggetti coinvolti siano costantemente attenti verso i bisogni dei più piccoli”

AVEZZANO – Qualche settimana fa, approvandolo, la Conferenza Unificata ha dato il via libera al piano in cui vengono fornite le indicazioni su come riaprire la scuola a settembre.

Di conseguenza, per gli asili nido e le scuole dell’infanzia ci sono le linee guida per la fascia 0-6 anni per l’anno 2021/22.

Le regole, per rientrare a settembre, sono state definite dal piano scuola del MIUR e vanno dall’uso della mascherina fino all’organizzazione degli spazi.

Le indicazioni specifiche sono adottate nel rispetto delle regole di sicurezza previste in periodo di pandemia. Il piano, con le linee guida per i bambini degli asili nido e delle scuole dell’infanzia, fino a 6 anni, riprende le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico e richiama quanto già stabilito lo scorso anno.

In mezzo all’euforia dei benefici riguardanti la somministrazione del vaccino, non bisogna dimenticare che le scuole dell’infanzia hanno, sempre e comunque, una gravosa e particolare responsabilità.

Perché, a ben analizzare la situazione, è in esse che si creano le condizioni affinché le nuove generazioni costruiscano le basi per essere, un domani, cittadini attivi del mondo.

In merito, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il Prof. Sandro VALLETTA, coordinatore dei servizi educativi da 0 a 6 anni, del Comune di Avezzano.

Professore, in virtù del suo ruolo, cosa chiede agli insegnanti in questo particolare momento di rientro a scuola?
Per questa riapertura settembrina, chiedo ad ogni insegnante di avere uno sguardo benevolo e di attenzione verso i bisogni profondi dei più piccoli, pur nel rispetto delle ormai innumerevoli norme “anti Covid-19” e di tutelare la “richiesta” di relazione del bambino. Perché, come viene imposto di rispettare, non si può andare a scuola restando confinati in un banco, rigidamente seduti su una sedia e senza alcun contatto, né verbale né comunicativo, con i propri amici. Così, secondo me, non c’è scuola, in quanto non si può stare insieme, non si può giocare e apprendere. E’ un eccesso, un libero arbitrio, basare la sicurezza sul tenere gli alunni nell’isolamento sistematico, che per i bambini delle scuole dell’infanzia vorrebbe dire stare in questo “doloroso” modo diverse ore.

Ha qualche soluzione?
La posta in gioco, allora, non è solo il rispetto delle regole, ma la visione globale della Bambino/Persona che socializza e, al tempo stesso, ha bisogno di educazione, di valori trascendenti e di spiritualità. Relazionarsi con i propri simili, infatti, è un bene educativo e culturale, capace di rivelare la Bambino/Persona a se stesso ed avvicinarlo a meglio comprendere il valore profondo della sua esistenza. E’ la migliore strada educativa: quella del rispetto verso gli altri, e se c’è questa, le assicuro, non ci saranno dipendenze future, niente droga e niente alcool. Perché la scuola ti porta avanti, ti fa crescere e maturare, per diventare un perfetto cittadino del mondo e della società civile. Mi auguro che le nostre scuole formino sempre Persone convinte della missione per la quale sono state create.

Questo, però, non interessa solo l’infanzia…
Assolutamente no, ma tutte le fasi di crescita dell’essere umano! I piccoli, in particolare, perché avvertono immediatamente i cambiamenti nell’ambiente e nelle persone che li circondano. Prima di coinvolgersi attivamente, preferiscono osservare molto le situazioni che si parano innanzi a loro, soprattutto quelle presenti, ed hanno bisogno di tempo per adeguarsi alla novità, in quanto riflettono molto prima di agire e, perciò, più crescono e più mostrano di essere maturi, rispetto alla loro età.

Quale, secondo lei, l’obiettivo impellente per i bambini che rientrano a scuola?
Per i piccoli che rientrano a scuola, in questo momento delicato, è fondamentale riappropriarsi dello spirito di socialità, condivisione e di quelle abitudini di gioco e spensieratezza che l’età comporta, venute meno a causa dell’emergenza “coronavirus”, sperando che possa aiutarli ad un rientro sereno e gioioso tra i banchi, volto a porre le basi per la loro vita futura, affinché abbiano sempre il desiderio di conoscere la verità e la realtà che li circonda, per realizzare tutti i loro sogni, per ora, nel cassetto. Ripartiamo da questo nuovo anno sperando di tornare, al più presto, alla totale normalità, non dimenticando mai, che gli istituti scolastici sono anche un baluardo contro la malavita, lo spaccio, l’illegalità diffusa e la povertà.

In base a queste affermazioni, quale mondo dovrebbe aprirsi ai più piccoli?
Secondo me, insegnanti, educatori, pedagogisti, psicologi ed operatori del settore devono rifiutarsi di proporsi come “isole di parcheggio” per i minori puntando, viceversa, sulla qualità dei servizi educativi e delle proposte scolastiche. Quanto prima, bisogna uscire dall’ombra osando riproporre, con coraggio e determinazione, la centralità del Bambino/Persona, nelle politiche sociali, nel mondo dell’informazione e nei progetti per il futuro del nostro Continente, in quanto i piccoli sono il vero indicatore del benessere in generale perché nella società dove stanno bene loro è quella dove ci stanno tutti in quanto il senso morale della stessa si misura su ciò che fa per i suoi bambini.

Cosa chiede alle Istituzioni?
Chiedo il mantenimento di tutte le sezioni della scuola pubblica e paritaria dell’infanzia, a prescindere dal numero di iscrizioni per questo anno scolastico 2021/2022. Chiedo che i dirigenti scolastici e gli insegnanti, che lavorano nello 0/6, siano sempre coinvolti nelle decisioni che li riguardano e che interessano i bambini. Richiamo, poi, l’attenzione sui problemi strutturali di alcuni edifici scolastici: spazi al chiuso inagibili da anni e inutilizzati. Occorre provvedere anche all’allestimento di strutture mobili all’esterno, anche per quelle scuole dove questi sono angusti. Chiedo nuovi patti educativi territoriali, partendo dalla mappatura di tutte le risorse sul territorio, tenendo conto che la scuola è uno spazio
irrinunciabile per la comunità. Voglio esprimere il desiderio e l’intenzione di riappropriarci completamente, e al più presto, delle nostre scuole per curare le relazioni con i bambini e le loro famiglie ed iniziare una seria valutazione della situazione e ipotizzare strategie per il futuro.

Cosa augura agli insegnanti per questa ripartenza?
Ai dirigenti scolastici e agli insegnanti auguro di cominciare questo nuovo anno con la consapevolezza e con l’orgoglio di chi, pur tra mille difficoltà, sta facendo crescere coloro che saranno il futuro del Paese. In questo modo, chiedo anche a tutti i soggetti coinvolti, famiglie comprese, di dare il proprio qualificato contributo per ripartire con speranza e fiducia, al fine di garantire un avvenire roseo e sereno ai Piccoli, fondamentale per una crescita sana e felice, volta a far maturare Persone nobili che siano da esempio per le nuove generazioni e per costruire una società più giusta e migliore affinché possiamo portare loro l’Amore e le Carezze, insieme a quello che di bello abbiamo fatto per farli crescere e maturare come cittadini del mondo.

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