Ispirata al dramma della avezzanese Angela Moroni “Buongiorno Mamma” la fiction di Canale 5 con Raoul Bova e Maria Chiara Giannetta

AVEZZANO – Trae ispirazione da una storia realmente accaduta la fiction di Canale 5 “Buongiorno Mamma!” con Raoul Bova e Maria Chiara Giannetta, la cui seconda serie è iniziata mercoledì scorso.

Il racconto televisivo, ovviamente adattato e romanzato, parte dalla drammatica vicenda di Angela Moroni, giovane donna di Avezzano che il 25 gennaio del 1988 entrò in coma improvvisamente.

Angela, sposata con Nazzareno, diacono e catechista di Avezzano, madre di cinque figlie, quella sera, mentre preparava la cena, cadde a terra ed andò in coma.

La diagnosi parlò di un improvviso calo di potassio, sembra collegato ad una forte influenza. Lo stato di coma andò avanti per 29 anni nei quali marito, figlie e familiari le sono stati accanto, nella speranza di un miracolo che la restituisse al loro affetto.

Una speranza che, purtroppo, finì la sera del 31 marzo 2017 quando la povera Angela morì dopo oltre 29 anni di coma nei quali non ha mai avuto un risveglio.

Quel giorno Nazzareno decise di raccontare questa incredibile vicenda a “La Croce Quotidiano”, un racconto tanto intenso quanto drammatico, nel quale ripercorse la storia della moglie, la propria e della sua famiglia, e di quella speranza mai persa, oltre al quotidiano impegno nello stare vicino ad Angela.

Un racconto che fu letto da Elena Bucaccio, la sceneggiatrice di “Buongiorno Mamma”, che ne restò profondamente colpita ed emozionata. Emozione che la Bucaccio ha poi tradotto in una sceneggiatura, divenuta il canovaccio conduttore della fiction in onda su Canale 5.

La prima puntata della seconda serie è andata in onda mercoledì 15 febbraio, e questa sera, venerdì 17 febbraio, sarà trasmessa la seconda puntata. Una seconda serie nella quale sono annunciati molti colpi di scena.

Ciò che, purtroppo, non si è verificato invece nella dolorosa vicenda di Angela Moroni e della sua famiglia che l’ha vista spegnersi all’improvviso, in una sera di gennaio, senza più avere la possibilità di guardare il suo sorriso e sentire la sua voce.