Italia unita: cui prodest?

Editrice Amazon, scritto da Enrico Fagnano, è possibile trovare in libreria un volume – “La storia dell’Italia unita” – che offre  nuovi spunti di riflessione sulla “questione meridionale

Si tratta di un volume che racconta tutto ciò che accadde nel Sud all’indomani dell’unificazione della penisola in termini socio-culturali ma soprattutto indaga, sul piano economico,  le conseguenze di quel processo doloroso, sofferto e ancora, dopo 150 anni, ancora non concluso.

La tesi di Fagnano è forte e in controtendenza: il sud sarebbe stato “sacrificato” per consentire all’Italia di divenire uno dei paesi più industrializzati al mondo.

Le motivazioni poste a sostegno della tesi fanno parte di quella verità che, per interesse o per noncuranza, vengono quasi sempre lasciate in disparte per porre avanti la celebrazione di una crescita e di un benessere che, invece di attribuire a tutto il Paese e ai suoi lavoratori, viene riconosciuta solo ad una parte – il Nord, appunto – dimenticando che il Meridione era terra di agricoltura, di artigianato e di “piccole” ma importanti industrie che andavano a costituire una filiera, diremmo oggi, a Km zero. 

Insomma, si tratta di rimettere in paro i piatti della bilancia, affrontando anche la “questione meridionale” da un altro punto di vista che considera la nascita delle grandi industrie nazionali derivare dalle ricchezze del Sud; che valuta i consumi del Sud come elemento trainante per la crescita delle imprese settentrionali e infine, e qui la questione apre scenari molto interessanti, che cerca di far conto delle rimesse degli emigranti che hanno reso possibile per l’industria del Nord Italia di affrontare i mercati internazionali e competere con essi senza restarvi schiacciata.

Il volume vuol essere allora un “memento!” per le nuove generazioni affinché comprendano che un corpo funziona se tutti i sistemi ad esso collegati funzionano, affinché rivedano e rivalutino sotto altra luce la contrapposizione Nord/Sud, perché lavorino a superare inutili presunte superiorità e si sentano tutti figli dell’Italia.

NOTIZIE SULL’AUTORE

Sin da giovane si dedica alla organizzazione di reading letterari, fonda e cura diverse riviste letterarie (Brillancity 1979-86, L’Erba 1986-87 e La parola abitata 1988-93).

Animatore del panorama culturale campano con il gruppo de I Poeti del Gambrinus (1980), fonda Lo stato dell’Arte e nel 2000 costituisce l’Associazione PARTENOPEversus che fino al 2005 edita l’omonimo foglio e organizza manifestazioni letterarie.

Collabora con diverse testate giornalistiche Il Mattino, Napoli Oggi e Il Roma e con diverse radio private Radio Spazio Popolare, Radio Kiss Kiss e Radio Città Futura; sempre si occupa di rubriche che segnalano autori nuovi e valorizzano iniziative di poesie non convenzionali.

Davvero consistenti per contenuto e numero i sue opere presenti in diverse riviste nelle quali pone la sua firma dal 1980; analogamente proficua è la sua collaborazione con il Teatro Spazio Libero di Vittorio Lucariello curando letture e spettacoli con interpreti appartenenti a diversi settori artistici; nel Laboratorio di Poesia che segue dal 2006 si occupa di far incontrare i giovani con gli autori.

E’ autore di diverse antologi:e Accenti (Società Dante Alighieri, 2010), La Parola Abitata (La parola abitata, 2012) e Dintorni (La parola abitata, 2015). Attualmente dirige la collana editoriale I sedicesimi per promuovere la letteratura di ricerca ed è presidente dell’Associazione culturale La parola abitata che si occupa di far conoscere e diffondere le opere dei poeti napoletani contemporanei.

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