La Asl replica al Comune di Avezzano sul centro vaccinale: la risposta arriva a strettissimo giro, i fatti concreti no

AVEZZANO – Arriva a stretto giro la replica della Asl sulle osservazioni poste dal Vicesindaco di Avezzano Domenico di Berardino e dall’Assessore Maria Teresa Colizza che riportiamo integramente:

«Il Comune di Avezzano non ha mai risposto alla richiesta dell’agosto scorso di proporre una sede vaccinale alternativa ma la Asl, pur di non spostarla in Comuni limitrofi, che peraltro avevano dato la loro disponibilità, sta continuando l’impegnativa ricerca di un locale con i necessari requisiti di sicurezza e idoneità.

La Direzione della Asl della provincia di L’Aquila replica così all’amministrazione comunale di Avezzano alle accuse sulla sede vaccinale di via Fucino rispondendo, al contempo, anche su presunti inadempimenti relativi all’ospedale di Avezzano.

“Per quanto riguarda la mancanza di apparecchiature elettromedicali del presidio”, aggiunge la Direzione, “sono già in corso le procedure di acquisto e aggiudicazione di fibrolaringoscopio, macchinario per otoemissioni ed elettromiografo, nel rispetto delle norme sulla trasparenza dei codici di appalto, che ci consentiranno di disporre dei macchinari in tempi molto brevi”

“Auspichiamo”, conclude la Direzione Asl, “che si possa riavviare un rapporto costruttivo e leale con i vertici del Comune di Avezzano, mettendo da parte critiche mosse da chi, negli anni scorsi, ha avuto importanti responsabilità nell’amministrazione della sanità del territorio e non è riuscito neppure ad assicurare requisiti minimi strutturali all’ospedale di Avezzano, tra cui i bagni nei reparti. Una lacuna, ereditata dal passato, a cui l’attuale dirigenza della Asl sta mettendo riparo con atti concreti attraverso opere e finanziamenti».

Un auspicio che condividono anche i tanti cittadini marsicani che ogni giorno stazionano per ore, se non giorni, nel Pronto Soccorso, che attendono in liste di attesa lunghissime una visita, che non hanno la possibilità di effettuare alcuni esami per mancanza di macchinari e che quindi sono costretti ad una sorta di “emigrazione” in altri presidi, con un aggravio di costi e che, francamente, non hanno tempo e pazienza per assistere al rimpallo di responsabilità di chi dovrebbe avere, in primis, il dovere di occuparsi di un bene prezioso, forse il più prezioso: la salute pubblica.

C’è da dire, però, che se si ha la sfortuna di essere ricoverati per qualche problema, ammesso che ci sia un posto letto, almeno si potrà usufruire dei “bagni nei reparti”.

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