La Carovana dei Diritti della Cgil a Pescasseroli. «Ripristinare il 118 con medico a bordo e potenziare i servizi di prossimità»

PESCASSEROLI – Si è tenuta stamattina a Pescasseroli la manifestazione della Carovana dei Diritti della Cgil della Provincia dell’Aquila.

Hanno preso parte all’evento cittadine e cittadini, i sindaci di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea e Civitella Alfedena, e associazioni. Tutte e tutti con l’intento di ribadire la necessità di una immediata soluzione al ripristino del servizio del 118 con medico a bordo  e la riattivazione del Servizio di Continuità Assistenziale Stagionale nelle Località Turistiche.

L’occasione è stata utile anche per rilanciare una vera discussione, senza fraintendimenti o retorica, sul potenziamento dei servizi essenziali di prossimità.

La Cgil: “Programmare i servizi di prossmità e farsi caricod le cambamento per evitare lo spopolamenot dlele aree interne”

Il contrasto ad un incessante spopolamento delle aree interne, secondo la Cgil, passa anche dalla capacità delle istituzioni, chiamate a programmare i servizi, di farsi carico di un necessario cambiamento, che guardi ad una concreta salvaguardia e tutela della salute, fruibilità di infrastrutture per la mobilità e l’accesso all’istruzione.

L’erogazione dei servizi sanitari delle aree interne e più marginali continua ad essere uno dei tanti nodi irrisolti della nostra provincia. Il comune di Pescasseroli è ancora carente del medico di postazione del 118.

Questo costringe una intera comunità all’assenza di un servizio fondamentale che garantisca un adeguato intervento in caso di emergenza e/o di urgenza.

«Parliamo di un comprensorio, quello del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, – dicono Francesco Marrelli segretario provinciale Cgil con Anthony Pasqualone Fp-Cgil e Orante Venti Spi-Cgil – che esprime anche una esigenza sanitaria legata alla sua vocazione turistica, con una importante presenza di turisti, appassionati della montagna e della natura.

Un comprensorio che ha subito, come molte altre realtà del nostro territorio, un forte spopolamento dovuto anche alla provvisorietà dei servizi essenziali quali quelli sanitari che, di fatto, priva un’intera comunità del diritto alla salute ed alla cura.

Continuiamo a vivere una emergenza dentro l’emergenza, non solo la pandemia, ma anche la strutturale carenza di servizi sanitari rivolti alla popolazione soprattutto nelle aree più fragili della nostra provincia.

Si parla da mesi delle risorse del Pnrr – incalzano i tre sindacalisti – come grande opportunità per risolvere i problemi generati dalla pandemia, finalizzate a superare le tante disuguaglianze, ma tutto ciò rischia di essere vanificato dall’assenza di programmazione e di interventi strutturali, che possano realmente riconsegnare fiducia e benessere alle cittadine ed ai cittadini, con l’intento di soddisfare almeno i bisogni primari.

La Cgil ha ribadito la necessità di più servizi e lavoro e meno liberismo per uscire dale difficoltà

La falsa retorica delle millantate virtù neoliberiste per cui al mercato è assegnato il compito di regolare la vita degli individui ha comportato un continuo arretramento dello Stato e del sistema pubblico dei servizi essenziali, dimenticando i tanti bisogni espressi dalle nostre comunità.

Solo la presenza dello Stato – proseguono i tre – nelle sue diverse articolazioni può garantire l’erogazione di servizi rivolti alla collettività, diffusi ed uguali per tutti e tutte.

Per uscire dalla crisi economica e sociale bisogna ripartire dai bisogni della popolazione, trovare le dovute soluzioni ai problemi e ricostruire un sistema di fiducia verso le istituzioni che sono chiamate con responsabilità a programmare i necessari interventi sui territori, partendo dal sistema sanitario, scuola e trasporti.

Le nostre comunità meritano rispetto, ma meritano soprattutto un progetto socio-economico-culturale, un contratto sociale territoriale, che restituisca loro la prospettiva di un vivere dignitoso e il più possibile vicino a quello di chi vive nei più grandi centri abitati.

La giornata di oggi è l’espressione dei bisogni che vogliamo rappresentare, rimettendo al centro della discussione istituzionale e politica i territori e le legittime richieste che da essi provengono.

Maggiori servizi, potenziamento di quelli esistenti, accesso alla mobilità ed all’istruzione, infrastrutture materiali ed immateriali, fiscalità di vantaggio, occupazione stabile e di qualità, tutela e salvaguardia dell’ambiente sono i temi da cui vogliamo ripartire – hanno concluso Marrelli, Pasqualone e Venti – per invertire una inesorabile tendenza allo spopolamento delle nostre aree montane e per riconsegnare dignità e diritti alle persone».

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