La Festa della Madonna di Pietraquaria inserita nel Catalogo dei beni culturali del Ministero della Cultura, appello ai più anziani: “Abbiamo bisogno dei vostri preziosi ricordi”

AVEZZANO – La Festa della Madonna di Pietraquaria è stata inserita ufficialmente nel Catalogo dei beni culturali del Ministero della Cultura.

La notizia ieri dalla docente universitaria ed antropologa Omerita Ranalli, originaria del capoluogo marsicano, durante un incontro con l’assessore alla Cultura Pierluigi Di Stefano.

“La Festa della Madonna di Pietraquaria, che mi affascina sin da quando ero solo una bambina e vivevo ad Avezzano, – ha spiegato l’antropologa – è stata inserita ufficialmente nel Catalogo dei beni culturali del MiC  proprio perché identificata come un bene di riconosciuto interesse immateriale”. La descrizione del tipico culto avezzanese, difatti, si può consultare online all’indirizzo www.catalogo.beniculturali.it, sotto la voce “itinerari”.

“La presenza di questa antichissima festa all’interno di un catalogo punto di riferimento per lo studio e la ricerca di tutta Italia e di assoluto pregio, – aggiunge la studiosa – conferisce maggior dignità e maggior identità a questa tradizione, che fa parte del nostro passato e del nostro futuro.

Quando un culto diventa oggetto e soggetto del catalogo ministeriale, vuol dire che il primo passo verso la sua tutela e la sua conservazione è stato compiuto”.

Il quadro legislativo di riferimento per la catalogazione dei beni immateriali nel nostro Paese è dato dal Codice dei Beni culturali e del paesaggio e dalla Convenzione Unesco del 2003.

“Manca poco – dichiara l’assessore Di Stefano – all’inizio dei festeggiamenti patronali, che vedranno tutti gli avezzanesi riuniti sotto un’unica fede e sotto un unico cielo illuminato, la sera del 26 aprile prossimo, dalle luci dei fuochi accesi.

Subito dopo il blocco imposto dal Covid – aggiunge – abbiamo avviato un importante lavoro di riscoperta delle nostre tradizioni secolari.

Vogliamo che l’aspetto identitario prevalga. Lo abbiamo fatto con le associazioni del territorio e lo abbiamo fatto anche attraverso la riproposta del primo inno ispirato alla Madonna di Pietraquaria: un canto in onore di Maria creato nel 1899 dall’avvocato Lolli e musicato dal maestro Emilio Perotti.

La dottoressa Ranalli è, per la nostra città, una risorsa di indubbio valore e si sta muovendo, con i suoi studi, nella nostra stessa direzione, che è quella di investire nel carattere non solo religioso, ma anche culturale delle nostre antiche celebrazioni”.

L’antropologa Ranalli, da anni, è impegnata nella ricerca storica e demoetnoantropologica, indirizzata a ridare eco nazionale alla nota tradizione dei fuochi del 26 aprile.

 “La catalogazione dei beni culturali – conclude – è uno strumento preziosissimo: quello che abbiamo ottenuto, con l’inserimento della festa di Avezzano tra i culti e gli itinerari catalogati, è un riconoscimento ufficiale importante, che spinge noi studiosi a fare ancora di più. È un lavoro che sto portando avanti con l’Istituto centrale del Patrimonio immateriale del Ministero e con la Sabap, ovvero la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

Ricordo che, per l’Unesco, costituiscono patrimonio immateriale per l’umanità quei saperi e quelle tradizioni vitali che vengono continuamente ricreate e rivissute dalle loro comunità, un po’ come quella meravigliosa festa di Avezzano che osservavo con stupore da bambina”.

La studiosa, infine, ha lanciato un appello ai cittadini più anziani: “Abbiamo bisogno di voi: il culto della Madonna di Pietraquaria potrebbe essere arricchito e rivitalizzato dalle vostre esperienze e dai vostri preziosi ricordi.

Personalmente, un giorno, mi piacerebbe poter tornare a vivere proprio qui, in questa città: un luogo che ho a cuore e dove noto un percorso virtuoso e positivo di crescita, di pulizia e di attenzione al decoro”.