La riduzione della pena in carcere leggendo libri? Potrebbe essere una bella idea

ROMA – ” Quanto più un uomo studia, tanto più diventa umile, perché mentre impara scopre l’immensità della sua Ignoranza”.

È partendo da questo brocardo di Aristotele che vorrei introdurvi a un qualcosa che, secondo la mia personale visione, qualora venisse attuato anche in Italia, sono convinto potrebbe cambiare molte carte in tavola dal punto di vista penitenziario.

In qualità di addetto ai lavori non potevo che essere colpito da ciò che ho appena letto su Grenme e che va a riguardare un ottimo espediente utilizzato in Brasile per rieducare dal punto di vista criminale.

Nel paese che fu di Pelé, infatti, la lettura è diventata un mezzo concreto di rieducazione e riduzione della pena per i detenuti. Da oltre dieci anni il programma chiamato Remissione per Lettura consente ai carcerati di accorciare la loro condanna attraverso la lettura di libri selezionati.

Ogni libro letto, se accompagnato da una relazione scritta che dimostri la comprensione del testo, può ridurre la pena di quattro giorni, fino a un massimo di 48 giorni all’anno!

L’iniziativa nasce in risposta ai gravi problemi del sistema carcerario brasiliano, come il sovraffollamento, l’alto tasso di recidiva – che supera l’80% – e il basso livello di alfabetizzazione tra i detenuti. Il progetto mira a offrire non solo un vantaggio concreto, ma anche un’opportunità di crescita culturale e personale. E una casa editrice pubblica le recensioni scritte dai detenuti.

A dir la verità in Italia l’istruzione è sempre stato un ottimo elemento del trattamento. Tuttavia il metodo premiale tracciato all’istante dalla geniale mente dei brasiliani potrebbe anche un Italia, chissà, accelerare l’introduzione al mondo della cultura vista come salvacondotto nei suoi penitenziari.