La sanità che non ci piace. Storia di Thomas. Avrà le cure (forse) soltanto grazie al coraggio della madre

Marie Helene Benedetti di Vasto in lotta da mesi per le terapie adeguate al figlio autistico

PESCARA – Questa mattina era decisa ad incatenarsi davanti alla Regione, Marie Helene Benedetti, giovane madre vastese che sta lottando, come solo una madre sa fare, per far avere a suo figlio le cure adeguate e che gli spettano per diritto. Anzi, per sentenza del Tribunale.

La vicenda di Marie Helene e di suo figlio Thomas rientrano in quelle storie di sanità che non ci piacciono. Quelle vicende fatte di carte, burocrazia, sentenze inosservate, scuse, sotterfugi, astuzie inqualificabili, insomma quelle mille strade che certe pratiche, che invece meriterebbero la massima velocità a trasparenza, prendono. In Italia solamente, come ovvio. Accade per gli autistici, per i bambini portatori di handicap, e persino per bambini e ragazzi con Disturbi dell’apprendimento e/o con Disturbi dell’attenzione dove, in quei casi, anche la scuola riesce quasi sempre a metterci del suo. Quai mai in positivo.

Marie Helene ha un figlio autistico di livello 1 che, con cure adeguate e immediate, può avere importanti progressi e un evidente miglioramento della qualità della vita. La donna è stata costretta, l’estate scorsa, a presentare un ricorso, al Tribunale di Vasto “per poter sottoporre il figlio ad un trattamento riabilitativo in regime ambulatoriale dedicato per l’autismo (ada), con frequenza di 4 sedute a settimana, ciascuna della durata di 90 minuti dalla presa in carico”. Il Tribunale di Vasto, il 13 settembre scorso, ha accolto il ricorso ma la Asl territoriale ha destinato il bambino in un centro, vicino al luogo di residenza di Thomas, che, ha argomentato Marie Helene, non sarebbe adeguato per il figlio. Un centro, peraltro, che sarebbe stato imposto dalla Asl Lanciano-Vasto-Chieti senza dare alla famiglia la facoltà di scelta o, quantomeno, di indicazione di un centro alternativo.

L’assessore Regionale alla sanità Nicoletta Verì

Sta di fatto che, alla fine, Thomas è stato portato dalla famiglia al centro Paolo VI di Pescara, adeguato e con tutte le caratteristiche richieste, ma con tutti i disagi che comportano i continui spostamenti, le ripercussioni sullo stato dello stesso bambino e, peraltro, in violazione di quanto prevedono normativa e ordinanza del Tribunale di Vasto. Le stesse caratteristiche le avrebbe anche il centro San.Stef.Ar. che, ci dice Marie Helene è più vicino alla residenza del piccolo Thomas,

A questo punto, non ricevendo alcuna notizia e/o autorizzazione da parte della Asl o della Regione, Marie Helene ha deciso di rendere pubblica la vicenda e, questa mattina, si è recata davanti al palazzo della Regione Abruzzo, a Pescara, dove c’è l’assessorato alla sanità, in capo all’assessora Nicoletta Verì della Lega-Salvini, con l’intenzione di incatenarsi e di avviare uno sciopero della fame se non avesse avuto risposte per suo figlio. Con lei anche un’altra madre, Luisa, da Miglianico, che vive gli identici problemi. Nel suo caso, addirittura, secondo la Asl dovrebbe raggiungere Lanciano da Miglianico

L’assessora Verì, da parte sua, che già in precedenza aveva accolto pienamente le tesi di Marie Helene e dei suoi avvocati e medici, attestando che effettivamente Thomas poteva avere un aggravamento del suo stato di salute, ed ha detto di essere pronta ad intervenire e che, oggi, si è presentato un intoppo burocratico che dovrà essere risolto entro domani, 3 dicembre, entro le 12. Giovanni Legnini, avvocato della donna, ha detto che se entro domani alle 12 non si avranno risposte, immediatamente partiranno esposti e denunce alle procure di Vasto, Chieti e Pescara.

Marie Helene (dx) e Luisa (sx) stamattina davanti alla Regione a Pescara

«Questa bella mamma con me è Luisa, da Miglianico – ci ha detto Marie Helene – vive la mia stessa situazione, il mio stesso problema. L’assessora, Nicoletta Verì come è sempre stato, ha ordinato alla Asl il via alla presa in carico nelle giuste modalità, la Asl ha risposto che entro domani alle 12 prenderà in carico mio figlio e il figlio di Luisa. Abbiamo concesso questo rinvio ma se domani non avverranno le prese in carico io e Luisa cominceremo lo sciopero della fame e della sete davanti alla Regione Abruzzo». Ma a Marie Helene e Luisa vogliamo dire una cosa secondo noi importante: non siete sole e non sarete lasciate sole. Noi, per quel che conta, racconteremo tutta questa vicenda, fino alla fine, senza nulla omettere. Con voi, poi, ne siamo certi, ci sono idealmente tutte le donne e le fortissime madri abruzzesi, pronte a far quadrato attorno a voi se le cose non dovessero andare come, per legge, debbono andare. A domani.

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