La Società Geologica Italiana ricorda il pensiero di Papa Francesco sull’ambiente

ROMA – “Gli eventi climatici così detti “estremi” che con sempre maggiore frequenza interessano il nostro paese e non solo (basta vedere le cronache recenti), che provocano esondazioni, frane, danni alle cose e alle persone e alla vita in generale, ci fanno riflettere sempre di più sul rapporto tra uomo e ambiente e tra uomo e la Terra che ci ospita. Il nostro Pianeta, la “nostra casa comune” come l’ha definita Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ del 2015, è la nostra casa ed è la nostra unica casa, non abbiamo un pianeta B su cui andare!

Bisogna recuperare un rapporto positivo e più rispettoso con la Terra. Non dobbiamo illuderci che quello che facciamo rimanga isolato e senza conseguenze: la Terra non è una riserva infinta che possiamo saccheggiare a nostro piacimento. Le nostre attività si ripercuotono anche a livello globale, a livello planetario, come dimostrato dal forte aumento di concentrazione di C02 in atmosfera negli ultimi 150 anni causato in gran parte dall’uso di combustibili fossili.

Papa Francesco è uno tra i pochissimi “grandi” del Pianeta che ha dato priorità alla difesa dell’ambiente. Ambiente che va protetto per il futuro dei giovani, di tutti e delle popolazioni più povere che più risentono dei cambiamenti climatici dei quali sono anche le meno responsabili rispetto ai paesi più industrializzati.  

Questi ultimi traggono i maggiori benefici dall’uso delle risorse della Terra a discapito di tanti altri. Tutto è collegato, non siamo a compartimenti stagni, l’ambiente, il substrato geologico, le persone, le piante, gli animali, il clima. La Terra è un sistema complesso dove le azioni, incluse le nostre, sono tutte concatenate e impattano sempre con effetti, a volte  imprevedibili, sull’ambiente.

Abbiamo però  una possibile via di uscita: possiamo modificare i nostri comportamenti, sia come singoli sia come società, per mitigare gli effetti negativi sull’ambiente e sul clima, innescati da noi stessi negli ultimi centocinquant’anni”.  Lo ha affermato Rodolfo Carosi, Presidente della Società Geologica Italiana.