L’Abruzzo visto da Stanley Tucci su Disney+: una regione straordinaria, ricca e bellissima condannata all’immobilità da scelte miopi

Stanley discovers unexpected delights in this wildest of regions, Abruzzo, one he’s never visited before. He stops at an iconic BBQ joint called Ristoro Mucciante and meets food and motor journalist Cristina Bachetti, left and cooks with one of the owners, Rodolfo Mucciante. (credit: National Geographic/Matt Holyoak)

L’Abruzzo visto da Stanley Tucci, straordinario e apprezzatissimo attore statunitense, nella docuserie “Tucci in Italy” da ieri in onda su Disney+.

Un lavoro di ricerca e “inchiesta” a tutto tondo, corredato dalle immagini realizzati dagli straordinari specialisti di National Geografic (da cui sono tratte le immagini a corredo di questo articolo) che mette in rilievo, subito, nettamente, una realtà: l’Abruzzo è una regione straordinaria, bellissima, varia, zeppa di contrasti e apparenti contraddizioni che potrebbe tranquillamente vivere con le sue risorse e che, invece, è condannata all’immobilità e allo spopolamento da scelte a dir poco miopi.

E Tucci, nella sua qualità di novello “Virgilio”, gira l’Abruzzo facendoci anche scoprire angoli che sono colpevolmente trascurati e dimenticati.

E, allora, il protagonista di film come “Il Diavolo veste Prada”, Hunger Games” e fino al recente “Conclave”, sbarca a Senarica, in provincia di Teramo, nell’area del Gran Sasso, dove incontra uno chef abruzzese che gli fa assaggiare il timballo di crespelle, ma anche ascoltare le storie del posto e conoscere la vita di quella gente dove, fino a 60 anni fa, si poteva arrivare in paese solo a piedi.

E quindi il Gran Sasso con il Ristoro Maccione, gli arrosticini, ma anche il racconto dei pastori, della transumanza, di un’ambiente tanto selvaggio e particolare da non sembrare nemmeno Italia.

Ma le aree intere sono ahce altro. E allor Tucci arriva a Villa San Sebatsiano doce inongtra Lucia Pellonoe, chef anche lei, che ha riattivato il forno comunale e reinsegnato ai residneti, partendo dai bambni, a fare il pane. Un modo di riscoprire anrtiche tradizioni e, soprattoto, di roiscoprire la società e il giusto dello stare insieme attorno al cibo.

Si cambia scena e dai monti si passa alla Costa dei Trabocchi dove incontra un altro chef abruzzese, che gestisce un ristornate realizzato su un “trabocco” e che gli racconta della fusione fra il mare e i contadini che, fuggendo dalla carestia, si dovettero adattare a diventare pescatori e a convivere col mare e come, da questa fusione, da questo incontro forzato dalla storia, siano nati piatti e tradizioni che sopravvivono ancora e che, anzi, sono apprezzatissime.

E poi ancora un cambio di scena. Si torna nell’entroterra, fra Sulmona e Castrovalva, dove Tucci conosce la storia della Confetteria Pelino, e ci fa sapere che si tratta della prima fabbrica di caramelle d’Europa, e poi l’incontro con Davide Nanni, lo Chef delle Montagne d’Abruzzo che gli cucina l’agnello sul falò, in mezzo alla natura, mangiare sotto un albero con i monti dell’appenino abruzzese davanti e che si commuove, con Tucci, ricordando i consigli e gli insegnamenti del nonno.

La somma di tutto questo ci ha fatto riflettere. Ma davvero l’Abruzzo merita il destino che sta vivendo? Ma davvero una regione che ha mare, monti, laghi, tradizione, storia, arte, archeologia e architetture, naturali e di opere del passato che non hanno nulla di invidiare a nessuno, che possiede una varietà e una ricchezza a livello enogastronomico elevatissima, deve accontentarsi di sopravvivere?

Noi, e ringraziamo Stanley Tucci per avercelo fatto capire, crediamo proprio di no.

Le foto sono tratte dalla docuserie “Tucci in Italy” realizzate da National Geografgic, eccetto quelle di Villa San Sebastiano tratte dalla pagina Facebook “Il Forno di Villa san Sebastiano”