L’arte come comunicazione. Le meraviglie dei ragazzi dell’artistico “Bellisario” di Avezzano. DaD e Covid non fermano la creatività

Il "Tunnel" del Liceo Artistico "Vincenzo Bellisario" di Avezzano

AVEZZANO – Si è fermato e rallentato tutto, qualcosa si è addirittura perso, forse per sempre purtroppo. Ma c’è un aspetto della vita dell’uomo che nemmeno il Covid è riuscito a paralizzare, a fermare, a mettere in catene, tra l’altro le più tremende, quelle della paura.

Parliamo dell’arte, di chi fa arte e di come l’arte, soprattutto in un momento del genere, metta in evidenza la sua caratteristica meno compresa eppure più forte: quella di comunicare.

E un miracolo dell’arte e della sua potenza lo possiamo toccare con mano proprio in Abruzzo, ad Avezzano, città al centro della Marsica, le zone forse più colpite dal virus, in questo periodo, e da chi non ha saputo amministrare la sanità. Ma questa è un’altra storia. Brutta, peraltro. E quindi passiamo alle cose strabilianti.

Chi non ha sentito o letto, almeno una volta, in questi mesi, che la Dad, brutto acronimo per indicare la Didattica a Distanza nelle scuole, avrebbe mortificato la scuola, l’apprendimento, la professionalità degli insegnanti e la capacità di evolversi culturalmente dei ragazzi? Nessuno, sicuramente, è stato risparmiato da cotanta banalità. Ma poiché a noi piace esprimerci con i fatti e non con le parole, andiamo ai fatti.

I fatti ci portano sulla via Tiburtina Valeria, direzione Pescara, dove si chiama ancora Via XX Settembre, un pò fuori da Avezzano capoluogo e a poche centinaia di metri dall’ingresso della frazione San Pelino. Lì, di fronte al limitare della Piana del Fucino, spesso immerso nella nebbia o assolato all’inverosimile, sorge il Liceo Artistico “Vincenzo Bellisario” di Avezzano. Una scuola diversa già dalla forma dell’edificio che la ospita. Sezioni colorate, scale e porte che si aprono e ti fanno immergere in realtà inimmaginabili per chi non frequenta da vicino questo mondo. Dai laboratori di moda a quelli delle creazioni in metallo o con il legno. Dalle aule di disegno a quelle di progettazione. E per passare da un blocco all’altro dell’edificio, si passa per una sorta di tunnel che è ormai una vera galleria artistica permanente. Ora tutto questo non si può vedere perché la scuola è chiusa e inaccessibile. I ragazzi, invece, hanno continuato a lavorare e produrre. Immagini, disegni, manifesti, opere d’arte e quant’altro. Seguendo i professori dal computer e adattandosi a fare da casa quello che prima facevano a scuola.

Il grande poeta e drammaturgo russo Vladimir Majakovskij diceva che «L’arte non è uno specchio per riflettere il mondo, ma un martello per forgiarlo» e mai, come in questo caso, questa affermazione trova la sua dimostrazione di verità. I ragazzi dell’Artistico hanno continuato ad apprendere e, soprattutto, ad utilizzare gli strumenti dell’arte, per realizzare lavori, che siano fotografie, piuttosto che disegni, fumetti, opere di grafica o di scultura, che potessero in un qualche modo inviare messaggi. Messaggi di lotta, di speranza, di cambiamento, di rinnovamento. Pugni allo stomaco di chi guarda e, come diceva Picasso, per scuotere «dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni». Lavori, quindi, che sono, al di là della forma compositiva e il materiale di realizzazione, libri, articoli di giornale, discorsi, grida, urla, scossoni e mille altre forme di comunicazione. Immediata, diretta, spietata, vera. Ancor più vera perché si tratta di opere realizzate da ragazzi che hanno età comprese fra i 14 ed i 19 anni.

Abbiamo deciso di offrirvene alcune, con tanto di autori, significato e informazioni tecniche, una sorta di virtual-gallery, che possa servire anche a chi, fra qualche settimana, dovrà decidere a quale scuola superiore iscrivere il proprio figlio, ora in terza media. Il Liceo artistico è un Liceo dove si studia, questi ragazzi seguono anche materie come italiano, storia, filosofia, chimica, fisica, scienze, lingue straniere, storia dell’arte, matematica ed educazione motoria, che poi, man mano che progrediscono col corso di studi, riescono ad unificare in un’unica, meravigliosa visione artistica. Ma abbiamo parlato anche troppo e lasciamo spazio a chi, senza parole e con più forza, riesce ad esprimersi chiaramente e vigorosamente. E non si dica più che la DaD e il Covid hanno fermato la scuola. Al “Bellisario” di Avezzano nulla si è fermato se non, attraverso queste meraviglie, la paura, tenuta rigorosamente fuori della porta. Grigia e solitaria, come non mai.

Amira Chamroukhi, Classe IV-D – Liceo Artistico Bellisario – Laboratorio della figurazione. La fotografia come “elemento” sociale. Titolo: “Il Femminicidio”. Descrizione dell’artista: Il manto blu rappresenta la Vergine Maria, collegandosi alla rosa rossa simbolo della donna, luna, spirale ed eternità. Il colore rosso sul corpo rappresenta il dolore e la sofferenza. Il colore nero , dato dall’impronta della mano , rappresenta la violenza, il triangolo a punta in basso, è il collegamento alla stregoneria, misogenia… alla donna.

Sara Cadoni – V-D Liceo artistico Bellisario – Arte e società. Disegno – Titolo: “Il Femminicidio” – Descrizione dell’artista: Nei miei disegni utilizzo sfondo colorato (speranza) e “bambole” in bianco e nero, sono pelate e con occhio bianco (per simboleggiare un corpo senza anima) e un occhio nero, come nel teschio (simboleggia la morte). Sul petto ho inserito il simbolo della donna (colore rosso per esprimere sangue, dolore, passione), all’interno ho inserito un pugno (simbolo di forza) e il simbolo di sessualità femminile (colore nero, morte). Magra, costole visibili, per esprimere tristezza e dolore, quasi anoressiche, un braccio è coperto (simbolo di vergogna) e l’altro è ben visibile, bianco (simbolo di coraggio).

Giulia Simone – IV-D Liceo artistico Bellisario – Arte e società – La fotografia e l’alcolismo. (Arte e letteratura). Descrizione dell’artista che utilizza una frase di Bukowski – “La vita mi faceva semplicemente orrore. Ero terrorizzato da quello che bisognava fare solo per mangiare dormire e mettersi addosso qualche straccio. Così restavo a letto a bere. Quando bevi il mondo è sempre lì fuori che ti aspetta ma per un po’ almeno non ti prende alla gola”. (Charles Bukowski)

Giovanna Masi – V-D Liceo artistico Bellisario. Titolo: No alla violenza ALLE O CONTRO LE DONNE. Descrizione dell’artista: Ho voluto rappresentare una donna priva di tutti gli elementi che la rendono “viva”, ella é un manichino, calva, senza espressione, scheletrica, malata. Nello sfondo due mani che la muovono come fosse un burattino. La linea spezzata è la sua scossa”tellurica”, il suo terremoto interiore, la sua paura, il battito cardiaco.

Lavinia Di Censo – I-D Liceo artistico Bellisario. Descrizione dell’artista: vignetta fumetto, la mia eroina è una ragazza che nonostante le continue violenze verbali o maltrattamenti, riesce ad alzarsi. Lei ha colori dentro, è viva, forte, coraggiosa. Nello sfondo ho inserito la parola amore in tutte le lingue.

Arianna Antonelli – V- D Liceo artistico Bellisario. Descrizione dell’artista: Nella fotografia ho rappresentato dei lividi; i lividi non sono solo causati da violenze fisiche, sono anche “fratture” psicologiche, anche le brutte parole causano violenza. Sopra al seno ho inserito un triangolo a punta in basso, che rappresenta la donna, l’acqua. Nello sfondo rosso (dolore), c’è una piccola luce di speranza. Arte.

Nicole Palladini – V-D Liceo Artistico Bellisario – Titolo: La Forza del Cristallo – Disegno a matita e rielaborato in digitale. Descrizione dell’artista: Nella mia opera ho posto come soggetto principale una donna. I suoi capelli sono sistemati in modo da formare una spirale, simbolo di eternità. Tra le mani stringe un cuore di cristallo simbolo della fragilità dei sentimenti di una donna. Sulle gambe ha delle rose, simbolo legato alla Madonna, che rendono la protagonista dell’opera più eterea. Le ho situate vicino, al grembo della donna per ricollegarlo anche alla fecondità (rappresentata anche dai rampicanti delle rose che, nonostante non siano connessi al terriccio o ad una fonte d’acqua, crescono comunque). Anche i colori sono usati in modo da rappresentare la donna in maniera eterea; grazie alle sfumature azzurre dei capelli e alla carnagione chiarissima della pelle, quest’ultima è perfetta e senza macchia.

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