L’Arte dei folli, conferenza del professor Marco Alessandrini alla mostra Stigma-Te

Dal 2 marzo è in esposizione fino al 17 p.v., la mostra STIGMA-TE dal disagio esistenziale alla società della bellezza, presso il Mu.Mi Museo Michetti in P.za S. Domenico 1, a Francavilla al Mare.

Nel contesto della mostra, che è stata pensata e realizzata con il preciso obiettivo di far riflettere sulla etichetta che contrassegna i disturbi della sfera mentale ed emotiva, si terrà alle ore 18, una conferenza con il professor Marco Alessandrini dal titolo L’ARTE DEI FOLLI.

Sarà proprio lo psichiatra e psicanalista a narrare, attraverso immagini e testi, la vita e l’arte dei protagonisti di quest’avventura. La paura che spinge ciascuno di noi ad apporre lo stigma (di qui il titolo della mostra) su chi manifesta evidenti disturbi mentali o emotivi, e ad allontanarli, altro non è se non la paura della diversità, che spinge ad emarginare gli altri senza rendersi conto che noi stessi siamo diversi per gli altri e che rischiamo quindi, lo stesso trattamento.

La mostra restituisce la pubblico quattro mesi di laboratori svoltisi da settembre a dicembre 2023 di formazione in Terapia Artistica, condotti per il secondo anno consecutivo dall’artista e performer Mandra Stella Cerrone presso il Centro di Salute Mentale di Chieti con lo Psichiatra e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Marco Alessandrini; la conferenza ne darà ampia e dettagliata spiegazione, illustrando la funzione salvifica e catartica dell’arte.

Fu lo psichiatra e storico dell’arte Hans Prinzhorn, nel 1922, che riconosce per primo il valore artistico e psicologico delle opere che in segreto, con materiali impensati (pezzi di cartone, dentifrici, succo di fiori e foglie), alcuni pazienti creano instancabilmente.

Ne pubblica un libro – L’arte dei folli. L’attività plastica dei malati mentali – dove riporta e dettaglia le produzioni assolutamente creative dei pazienti che, da autodidatti, mettono in campo la loro più prolifica inventiva per superare traumi infantili, abbandoni, solitudine, e tutte le manifestazioni delle loro patologie attraverso produzioni artistiche che palesano una personale, soggettiva e originale grammatica stilistica, tecnica e materica.

Le opere così realizzate, davano voce a emozioni mute, immagini alle lotte, alle ferite e ai traumi che avevano lacerano animo e psiche, nel tentativo di ricostruire se stessi e il mondo. Celebri artisti quali Max Ernst, Paul Klee, André Breton, Le Corbusier e molti altri furono profondamente e inconsapevolmente influenzati da tali studi.

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