“Le Iene” all’ospedale di Avezzano. La Cgil: «La caccia alle streghe della dirigenza Asl segno di arroganza del potere»

AVEZZANO – La “caccia alle streghe” avviata dalla Asl contro i dipendenti che, a dir loro, avrebbero inviato i video dell’ospedale di Avezzano a “Le Iene”, è segno di arroganza del potere e della volontà di mettere il bavaglio a coloro che, nell’interesse collettivo, denunciano e segnalano gravi carenze e situazioni di totale irregolarità. A parlare sono i segretario provinciali di Cgil e Fp-Cgil dell’Aquila, Francesco Marrelli e Anthony Pasqualone, a margine di quanto mostrato, nella serata di ieri, da Roberta Rei, inviata de “Le Iene”, la trasmissione di denuncia di Italia 1, in un nuovo servizio realizzato all’ospedale di Avezzano.

«Abbiamo appreso, con rabbia e sconcerto, che la ASL 1 di Avezzano Sulmona L’Aquila ha avviato indagini interne – scrivono Marrelli e Pasqualone – chiamando operatori sanitari a rispondere in merito ad alcuni servizi, apparsi in questi giorni sui media, riguardanti le inefficienze di sistema nella gestione COVID. In particolare, si fa riferimento ad alcuni video, accompagnati da una serie di brevi interviste raccolte fra gli operatori ed i pazienti dell’Ospedale di Avezzano, che sono stati messi in onda nel corso del programma  televisivo “Le Iene”.  Appare chiara a tutti la situazione di confusione organizzativa e le difficoltà di risposta nella gestione dell’emergenza anche dal punto di vista della tutela di salute degli operatori.

La carenza dei dispositivi di sicurezza, la mancata esecuzione di Tamponi periodici, l’assenza di protocolli operativi per la gestione dei percorsi “sporco/pulito”, le gravose condizioni di lavoro a cui sono costretti i lavoratori e le lavoratrici, la mancanza di posti letto, la cronica carenza di personale, l’incapacità di coordinare operazioni per la gestione della situazione emergenziale hanno determinato gravissime ripercussioni sugli utenti, sul personale e sulle prestazioni sanitarie. Tutto ciò è stato oggetto di molteplici denunce, esposti, segnalazioni e richiesta di interventi ispettivi, già a partire dal mese di marzo del corrente anno ,da parte delle scriventi Organizzazioni Sindacali. Di contro – proseguono i due sindacalisti della Cgil – , nulla è pervenuto dai vertici della ASL e da quelli della Politica Regionale e Territoriale. Oggi scopriamo che l’interesse della ASL è quello di fare una vera e propria “caccia alle streghe”, come se il reale problema non fossero le drammatiche condizioni a tutti note, ma che le stesse siano ormai di dominio pubblico.

Se lo scopo di queste indagini, è finalizzato a “mettere il bavaglio” a lavoratrici e lavoratori, che altro non fanno, anche nostro tramite, che rappresentare una verità nota a tutti, ricordiamo che il dipendete pubblico ha il dovere di denunciare situazioni di palese illegittimità e non può essere punito perché lotta per il  diritto alla salute suo e dei pazienti a cui presta cure ed assistenza. Tra i dipendenti pubblici che hanno questo dovere, in primis devono starci i Dirigenti Apicali di questa ASL. Chi pensa di annullare decenni di battaglie per la difesa della dignità sul posto di lavoro con l’arroganza del potere va ridimensionato nel ruolo e nelle intenzioni.

Il nervosismo che i livelli istituzionali della ASL hanno mostrato nei confronti dei giornalisti conferma una difficoltà a negare le presunte iniziative a danno dei lavoratori. Ora dovranno spiegarci cosa sia effettivamente accaduto, chiudendo immediatamente qualsiasi ipotesi di inchieste interne che riteniamo pregiudizievoli nei confronti dei diritti dei lavoratori e lavoratrici.

La CGIL chiederà, pertanto, l’apertura di una commissione di indagine Regionale o anche Nazionale su quanto sta accadendo nei principali Nosocomi della nostra Provincia, perché vengano definite eventuali responsabilità ed inadempienze da ricondurre nei  dettati delle Leggi e della nostra Carta Costituzionale. Chi si schiera contro le lavoratrici ed i lavoratori – concludono – , contro cittadini e cittadine e contro i pazienti e l’utenza, si schiera contro il diritto alla Salute, alla Democrazia ed alla Giustizia». Il Segretario generale Cgil della Provincia dell’Aquila, Francesco Marrelli, e il Segretario provinciale dell’Aquila della Fp-Cgil, Anthony Pasqualone.

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