L’emergenza non ferma la celebrazione della “Giornata Mondiale della Terra

Riuscirà il pianeta virtuale a salvare il pianeta reale? O meglio, riuscirà il popolo del web a correre in aiuto del nostro pianeta? E in che modo? Le domande poste in questi termini prestano il fianco ad interpretazioni diverse, ma che per questo meritano un importante approfondimento. Iniziamo subito col dire che l’argomento è di grande attualità in quanto domani (22 aprile) si celebra la Giornata mondiale della Terra. L’evento, meglio conosciuto con la sigla Earth Day è stato istituito, infatti, nel 1970, partendo dai campus universitari americani, all’epoca in piena mobilitazione pacifista. Quest’anno è un evento globale, sotto l’egida dell’Onu (organizzazione nazioni unite) con la partecipazione di 75 mila partner distribuiti in 193 Paesi. Perché abbiamo parlato di popolo del web? La risposta è figlia del momento particolare e difficile che stiamo attraversando a livello planetario a causa del diffondersi dell’epidemia Corvid 19. Tra le tante precauzioni adottate, come sappiamo bene, vige il divieto di assembramenti nei luoghi pubblici. Per superare questo divieto viene in soccorso il web, appunto, a causa della pandemia, infatti, la giornata  si svolgerà interamente online. In Italia sarà possibile seguire le manifestazioni dalla piattaforma #Onepeopleoneplanet. Il tema che sarà al centro del dibattito virtuale è il cambiamento climatico. Un argomento che, per essere compreso fino on fondo in tutta la sua preoccupante (per le sorti del pianeta) drammaticità, necessita di essere sostenuto da qualche dato. Ne registriamo solo alcuni (fonte Corriere della Sera) tra quelli che maggiormente fanno discutere. Partiamo dall’aumento delle temperature. Siamo di fronte ad uno scenario che presenta l’aumento di 1° grado Celsius per quanto riguarda la temperatura delle superficie terrestre. La media dell’aumento misurato fa riferimento ai primi dati registrati a partire dalla fine del diciannovesimo secolo. La media ci racconta ancora di come gli anni più caldi della storia si sono verificati a partire dal 2001 fino ai giorni nostri. Un altro dato che crea una qualche preoccupazione, sempre in tema di aumento delle temperature è rappresentato da quei più 3° gradi Celsius che quest’inverno hanno riguardato l’area del Mediterraneo. Conseguenza dell’aumento delle temperature lo scioglimento dei ghiacciai che diminuiscono mediante del 12/13 per cento su base annuale. Ulteriore conseguenza l’innalzamento del livello degli oceani, che secondo uno studio della Nasa, negli ultimi anni ha viaggiato al ritmo di 3 millimetri. Insomma, siamo di fronte ad una situazione ambientale che, senza le adeguate scelte da parte di tutti i governi,  mette seriamente a rischio le sorti del nostro pianeta. Per questo, parlando appunto di politiche ambientali, entro la fine dell’anno gli Stati che hanno firmato l’accordo di Parigi del 2015 (Agenda 2030), dovrebbero attivare l’aumento dei rispettivi impegni nazionali, in termini di risorse, per interventi mirati a contrastare la crisi dei cambiamenti climatici. La Giornata dedicata alla Terra sarà quindi l’occasione anche per sollecitare i governi nazionali a compiere i passi necessari. Con l’adozione dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile  non solo è stato espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, ma si è superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale, a favore di una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo (economia, ambiente, società, istituzioni). La sensibilizzazione ai temi della salvaguardia ambientale ha fatto passi da gigante, ma ancora non basta. Sono in primis le future generazioni a dover compiere l’ulteriore sforzo (educazione, conoscenza, informazione), per una sempre maggiore consapevolezza che solo si è uniti nell’intento, sarà possibile raggiungere gli obiettivi di una maggiore e migliore sostenibilità dello sviluppo.

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