Lettera ai senatori dei precari della giustizia esclusi dalla stabilizzazione. Interrogazione del senatore Devis Dori di Sinistra-Verdi: «Sono indispensabili»

ROMA – Una lettera ai senatori appena insediatisi per mettere in evidenza la situazione di centinai di operatori degli uffici giudiziari che, assunti con contratto a termine, ora rischiano di restare fuori da stabilizzazioni e concorsi.

A presentarla il coordinamento che questi lavoratori hanno formato e che, da mesi, cerca di far sentire la voce di questi lavoratori, senza i quali, peraltro, molti uffici giudiziari rischierebbero una certa paralisi.

Questo il testo integrale della lettera.

«Gli scriventi lavoratori, tutti operatori con rapporto di lavoro a tempo determinato in servizio presso gli uffici giudiziari, intendono manifestare alle SS.LL. grande preoccupazione in quanto il proprio contratto di lavoro è in scadenza a partire dal 31 dicembre prossimo ed a seguire il 16 gennaio, il 24 marzo e il 6 giugno 2023.

Gli operatori giudiziari a tempo determinato sono circa 1600.

Per la maggior parte si tratta di lavoratrici e lavoratori che, in molte regioni italiane, hanno prestato servizio negli uffici giudiziari per ben 10 anni, sotto le mentite spoglie di tirocinanti.

Tra i predetti operatori vi sono anche 250 lavoratori assunti con riserva di Legge. D.Lgs. n. 66/2010 artt. 1014 e 678.

L’assunzione a tempo determinato è stata realizzata a seguito della procedura bandita nel settembre del 2020 (Gazzetta Ufficiale – 4^ serie speciale concorsi ed esami n. 72 del 15 settembre 2020).

Mediante la stessa, il Ministero della Giustizia ha reclutato, in prima battuta, con contratto di lavoro biennale, i primi 1000 utilmente collocati in graduatoria e, tra questi, come da riserva di legge, anche 250 ex militari.

In seconda battuta, in tre successive tornate (28 giugno 2021, 3 novembre 2021 e 17 gennaio 2022), mediante lo scorrimento della medesima graduatoria, lo stesso Ministero ha assunto, con contratto di lavoro annuale, i successivi 1080 idonei.

Il precedente Governo, allo scopo di valorizzare la professionalità, ormai consolidata, di questi lavoratori e, nel contempo, garantire la funzionalità degli uffici, anche per quanto concerne il rispetto degli obiettivi del Pnrr, con il DL 36/2022 (art. 17 ter), convertito con la L. 79/2022, ha previsto la possibilità per l’Amministrazione giudiziaria di assumere con contratto di lavoro a tempo indeterminato, a partire da gennaio e comunque entro il 2023, 1200 unità complessive di lavoratori a tempo determinato da inquadrare nell’area funzionale II, posizione economica F1, in possesso di specifici requisiti:

  1. Essere in servizio alla data del 30 maggio 2022 con contratto a tempo determinato  presso l’Amministrazione giudiziaria con la qualifica di operatore giudiziario;
  2. Aver superato una procedura selettiva di reclutamento indetta dalla suddetta Amministrazione;
  3. Aver maturato tre anni di servizio presso il Ministero della Giustizia, anche non continuativi, di cui almeno 12 mesi a tempo determinato e i restanti anche sotto forma di tirocini.

Purtroppo, un numero considerevole degli operatori giudiziari a tempo determinato rimane esclusa dalla sopra indicata procedura assunzionale. In particolare, risultano allo stato esclusi:

  • Gli operatori giudiziari assunti con riserva di legge ai sensi del D.Lgs. n. 66/2010 artt. 1014 e 678 in quanto, pur avendo effettuato quasi due anni di lavoro alle dipendenze del Ministero della Giustizia, non raggiungono il requisito dei 3 anni di servizio perché in precedenza non hanno effettuato alcuna forma di tirocinio;
  • Molti ex tirocinanti “storici” ovvero coloro che hanno svolto il tirocinio formativo ai sensi dell’art. 37, co. 11, D.L. 6 luglio 2011 n. 98 (destinato a lavoratori cassintegrati, in mobilità, socialmente utili, disoccupati ed inoccupati, che a partire dall’anno 2010 hanno partecipato a progetti formativi regionali o provinciali presso gli uffici giudiziari), perché tale tipologia di tirocinio, conclusa ad aprile 2015, non è proseguita in tutti i distretti con appositi bandi emanati  dalle Amministrazioni regionali e finanziati dal FSE; anche in questo caso, per pochi mesi, questi lavoratori non raggiungono il requisito previsto dalla norma dei 3 anni di servizio;
  • Coloro che avevano svolto il tirocinio ai sensi dell’art. 73 D.L. 69/2013 ovvero rivolto a giovani laureati in giurisprudenza; anche in questo caso, avendo svolto un tirocinio della durata di diciotto mesi, non raggiungono il requisito dei 3 anni di servizio.

Si aggiunga, inoltre, che, se la procedura di stabilizzazione prevista dal D.L. 36/2022 dovesse attivarsi prima della fine del corrente anno, coloro i quali hanno preso servizio il 17 gennaio 2022 (550 unità), non raggiungeranno il requisito previsto dalla norma di 1 anno di lavoro con contratto a tempo determinato.

Tanto premesso gli scriventi chiedono il sollecito intervento delle SS.LL. affinchè il Governo adotti i provvedimenti normativi atti a garantire, nelle more dell’espletamento della procedura assunzionale, la proroga dei contratti in scadenza e l’ampliamento della platea dei beneficiari della procedura di stabilizzazione al fine di ricomprendere tutti gli Operatori Giudiziari con rapporto a tempo determinato attualmente in servizio.

Gli scriventi confidano in un positivo riscontro e porgono cordiali saluti».

Il Senatore Devis Dori

Sulla questione ha presentato una interrogazione il senatore Devis Dori, della Sinistra-Verdi, che ha pubblicato sul suo profilo Facebook il seguente commento: «Il sistema Giustizia non può funzionare senza un numero adeguato di risorse umane.

E i lavoratori hanno diritto a un lavoro stabile, che valorizzi le competenze acquisite.

Per questo motivo ricomincio da dove avevo lasciato: chiedendo con una nuova interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia la stabilizzazione dei contratti di centinaia di operatori giudiziari, esclusi dai precedenti provvedimenti.

In attesa che ciò avvenga, è urgente anzitutto la proroga dei loro contratti, che vanno in scadenza a partire dal prossimo 31 dicembre.

Ieri la neoPremier ha parlato di “Giustizia celere”: come possiamo velocizzare la Giustizia se non con un numero adeguato di lavoratori?

Questo il testo integrale della mia interrogazione:

https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=3/00003&ramo=CAMERA&leg=19».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *