Lettera aperta di Marianna Scoccia a Marsilio: «Tuteliamo bambini e nonni con la didattica a distanza»

Marianna Scoccia

La Sindaca di Prezza chiede anche l’istituzione di mini-hub Covid negli ospedali per tutelare i pazienti prima del ricovero

PREZZA – Caro Presidente ti scrivo. Marianna Scoccia, Consigliere regionale di opposizione, e Sindaco di Prezza, ma soprattutto madre di due bambini, ha scritto al Presidente della Regione Marsilio per chiedere tutela per piccoli, anziani e per coloro che, risultati positivi al Covid-19, sono in attesa di ricovero.

La Scoccia, in sostanza, chiede a Marsilio di farsi portavoce, alla Conferenza Stato-Regioni e negli incontri col Governo, della necessità di procedere con la Didattica a Distanza per evitare che si allarghi il contagio tra i più giovani e che poi, questi, contagino gli anziani. Sempre in tema di contagi, poi, la Scoccia chiede a Marsilio di cercare in ogni ospedale abruzzese dei mini-hub che possano ospitare in condizioni decenti coloro che, contagiati, sono in attesa di ricovero.

Questa la lettera aperta di Marianna Scoccia a Marsilio: «Egregio Presidente, il nostro rapporto non è mai stato fondato su basi di grande simpatia o di stima reciproca ma credo sia arrivato, almeno per me, il momento di parlare solo con sentimento e cuore abruzzese.

Questa pandemia non ha colore politico, non ha e non può avere interesse di parte da far prevalere; questa pandemia ci impone di stare tutti dalla stessa parte della barricata ed io la parte della barricata che vedo è quella dei bambini e dei più anziani, la parte dei più deboli, la parte di tutti coloro che sono più facilmente aggredibili da questo virus. È in gioco il futuro di una regione e di territori che hanno avuto la forza di rialzarsi dalla guerra e che ora si vedono ancora una volta duramente colpiti. Sono in gioco vite umane ed è in gioco l’intero sistema socio economico del nostro Paese. Per certi versi è in gioco la tenuta stessa della democrazia. Allora sento il dovere di farLe un appello con il cuore di una madre di due bimbi, con il cuore di un sindaco di un paesino costituito prevalentemente da anziani e con il cuore di chi rappresenta una intera comunità.

Sono certa che Lei stia già collaborando con tutte le istituzioni, ma La prego di farlo con sempre maggiore forza e convinzione. Solo attraverso l’unione di tutti si può pensare di vincere questa battaglia che rappresenta la sfida più difficile dal dopoguerra ad oggi. E poi, pur sapendo di essere impopolare, Le chiedo di avere sempre più coraggio fino a valutare anche l’adozione di misure ancora più restrittive, in particolare per bambini e ragazzi che spesso diventano strumento inconsapevole di trasmissione del contagio.

Facendo appello alla Sua sensibilità, Le chiedo, pertanto, di farsi portavoce presso il Governo centrale affinché si valuti con determinazione il problema relativo alle Scuole. Bisogna prendere atto, infatti, che il virus è presente nelle negli istituti scolastici. Così come bisogna prendere atto che le difficoltà dei servizi di prevenzione, oberati da un carico di lavoro inimmaginabile, dilatano i tempi di somministrazione dei tamponi, scatenando paure e smarrimento nelle famiglie, quelle stesse famiglie che si ritrovano a dover far fronte ai disagi dovuti all’isolamento fiduciario ed alla quarantena per intere classi.

Quelle stesse famiglie nelle quali in alcuni casi sono presenti malati oncologici, bambini immunodepressi e nonni ultra 70enni. So bene che lo studio è un diritto fondamentale sancito dalla nostra carta costituzionale, ma sono assolutamente certa che, in questa fase, la didattica a distanza potrebbe rappresentare l’unico modo per tutelare sia il sacro ed inviolabile diritto all’istruzione e sia l’altrettanto sacro ed inviolabile diritto alla salute dei nostri ragazzi, delle loro famiglie (dove a volte sono presenti persone estremamente fragili) e di tutto il personale scolastico. In questo senso, anche sulla falsa riga di ciò che sta accadendo in altre regioni, si potrebbe adottare un sistema misto in cui si lascia la possibilità ai genitori di scegliere tra l’opzione della didattica a distanza e quella in presenza.

In ultimo, Le chiedo di valutare la possibilità di creare, presso ogni ospedale della nostra regione, dei mini Covid-hub (con una dotazione minima di posti letto) al fine di evitare che i positivi accertati restino “parcheggiati” per ore (o peggio giorni) in locali non idonei, in attesa che si liberino posti letto a Pescara o L’Aquila. Come noto, infatti, l’intero sistema sanitario è al collasso ed abbiamo personale e mezzi insufficienti per dare una adeguata risposta al carico di questi giorni. In questo momento, con un piccolo problema di salute, si rischia di entrare in ospedale senza alcuna certezza. Eppure l’ospedale, qualsiasi ospedale, è il luogo dove ciascuno di noi deve necessariamente sentirsi protetto ed al sicuro. La scongiuro Presidente, facciamo in modo di far sentire protetti gli abruzzesi. Spero voglia apprezzare le mie parole e valutarle serenamente. Se e quando vuole sono e sarò a Sua totale disposizione, siamo tutti giocatori della stessa squadra ed io sarò dalla sua parte, la parte di tutti gli abruzzesi».

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