Luco dei Marsi: “No” al fascismo. Iniza la raccolta firme per le norme contro la propaganda fascista e nazista

Marivera De Rosa

Nel Comune di Luco dei Marsi è possibile sostenere il progetto di legge di iniziativa popolare “Norme contro la propaganda e diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti”. Tutti i cittadini maggiorenni, residenti ed iscritti nelle liste elettorali del Comune, possono firmare per promuovere il progetto di legge, recandosi in Comune con la propria carta di identità dal lunedì al venerdì – dalle 11 alle 12 – e il martedì anche nel pomeriggio – dalle 16 alle 17.

La raccolta firme, promossa dal Comitato presieduto dal sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, Presidente dell’Istituzione Parco nazionale della pace di Sant’Anna di Stazzema, è attiva in tutta Italia ed è sostenuta dall’ANPI Marsica e si concluderà il 31 Marzo 2121.

L’Amministrazione comunale ha inoltre deliberato l’adesione al Comune Virtuale antifascista e alla relativa Carta di Stazzema, nella condivisione e affermazione dei principi raccolti nella Carta, alla base della nostra Democrazia, della Costituzione Italiana, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e ispiratori del Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema.

Giova ricordare in onore di quale memoria venne istituito il Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema. All’alba del 12 agosto 1944, sui monti dell’Alta Versilia, si consumò una delle pagine più tragiche della Seconda guerra mondiale. Nell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, compiuto dai nazifascisti, vennero uccisi 560 civili, tra cui 130 bambini. La memoria della strage è conservata nel Museo di Sant’Anna di Stazzema, inaugurato nel 1982.

La suddetta frazione, in provincia di Lucca, era stata dichiarata qualche giorno prima zona bianca dai nazifascisti e dunque, essendo considerata sicura dalla popolazione, ospitò anche decine di sfollati che vi si rifugiarono dalla costa. Nelle prime ore del mattino, venne circondata da quattro reparti della 16esima divisione Panzergrenadier delle SS, i quali bloccarono ogni via d’uscita dal paese. Tutti gli abitanti, la maggior parte dei quali donne, bambini e anziani vennero radunati nel piazzale della chiesa e uccise a colpi di mitra per poi essere dati alle fiamme.

“Uccisero Anna, l’ultima nata nel paese di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo, scagliò lo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle; uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente, uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma” racconta il portale della memoria dell’eccidio.

Le violenze nazifasciste perpetrate nella zona diedero il via alla tristemente nota “marcia della morte”, finalizzata allo sterminio della popolazione civile per fiaccare la resistenza partigiana e che culminò, verso la fine di settembre, nell’eccidio di Marzabotto. I fatti narrati rimasero sconosciuti al di fuori della comunità locale ed i responsabili vennero puniti solamente nel 2005, quando una sentenza qualificò la strage come “un atto terroristico premeditato”.

Purtroppo, e sempre più spesso negli ultimi anni, viene inneggiato un regime che fu responsabile di atti come la strage di Sant’Anna, ma quando lo si fa, pensiamo alla piccola Anna come fosse nostra figlia. Nulla può giustificare atrocità simili, neanche, come spesso viene riconosciuto al Duce (che tra l’altro si tratta anche di notizie non vere), l’istituzione del sistema pensionistico e altre tante cose buone che (non) ha fatto il Duce, che però vi chiarirò un’altra volta.

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