Marsilio attacca i manifestanti: «Aula trasformata in bivacco di manipoli da questa teppa rossa». Fina (Pd): «Il popolo abruzzese rivendica la sua dignità e il diritto al suo futuro»

I manifestanti davanti e poi in Consiglio regionale apostrofati da Marsilio come "teppa rossa"
L’AQUILA – Non è finita con la giornata di oggi la vicenda dell’aumento delle tasse da parte del Giunta regionale di Marco Marsilio per tappare il “buco-sanità”.
La protesta in Consiglio, l’occupazione dell’aula, toni accesi, la “fuga” nell’aula ipogea per proseguire il Consiglio regionale e le parole di Marsilio avranno sicuramente un seguito. Da una parte e dell’altra.
Il Presidente della Regione Marsilio, infatti, nel suo intervento nell’aula ipogea ha attaccato pesantemente i manifestanti definendoli “teppa rossa”, citando Mussolini parlando di “bivacco di manipoli”, e annunciando possibili denunce: «Voglio intanto esprimere la mia vicinanza e solidarietà ai dipendenti della Regione, alle persone vittime di violenze, di strattonamenti, di violenze verbali, fisiche e morali che si sono trovati di fronte a questa teppa rossa che hanno trasformato a cento anni di distanza questa aula in un bivacco di manipoli.

Ci sono riusciti, complimenti, ne andranno fieri, lo potranno raccontare, poi sappiamo che cercheranno di derubricarlo come se avessero fatto una scampagnata, perché figuriamoci se la cosa è così grave come sembra.
A parti inverse staremmo già in galera noi. E io penso che qualcuno dovrà pagare di fronte ai tribunali perché non so se ci sono circuiti interni che hanno ripreso le immagini per individuare i colpevoli di queste violenze, ma io credo che nulla debba rimanere impunito».
A stretto giro gli è arrivata la replica del senatore marsicano del Partito Democratico, Michele Fina, che si dice al fianco dei consiglieri regionali del Patto per l’Abruzzo e denuncia come gravissimo quanto avvenuto oggi in Consiglio da parte della, maggioranza di centrodestra: «Quanto sta accadendo in Abruzzo è gravissimo: la Giunta regionale di centrodestra che governa da sei anni la Regione si appresta ad approvare una manovra fiscale che aumenta le tasse su lavoratori e famiglie per coprire un buco di bilancio di 180 milioni.
Un disavanzo generato per una dissennata gestione che attraverso le leggi mancia ha elargito milioni di euro a pioggia a scopo elettorale, creando una voragine nelle casse e aggravando la sanità, sempre più preda di disservizi e disagi per gli utenti.
Il servizio sanitario abruzzese risulta nella classifica nazionale terzultimo, prima di Calabria e Sicilia ed è inaccettabile che di questa grande incapacità amministrativa la Giunta regionale voglia scaricare i costi sulle tasche dei cittadini.
Per questo sono idealmente al fianco delle consigliere e consiglieri regionali del Patto per l’Abruzzo che hanno occupato l’Aula del Consiglio regionale per protestare il Presidente Marsilio e la sua maggioranza.
L’aumento delle tasse e l’ulteriore taglio ai danni della sanità abruzzese sono solo l’ultima pagina del pessimo romanzo scritto dalla destra al Governo dell’Abruzzo.
Domani sarà all’Aquila la Presidente Meloni che di questo totale fallimento è pienamente corresponsabile, essendo lei eletta parlamentare in Abruzzo e avendo nominato presidente di questa regione il suo luogotenente romano Marsilio: le chiediamo di dire una parola di verità agli abruzzesi e di riconoscere che quella che stiamo vivendo è una delle pagine peggiori della storia politica d’Abruzzo.

Quella di oggi è una grande risposta di popolo che cambia la storia dell’Abruzzo e boccia senza appello il mal governo delle tasse, delle clientele e della mala sanità.
L’occupazione del consiglio regionale dimostra che le cittadine e i cittadini abruzzesi, pur avendo una grande pazienza e una proverbiale capacità di sopportazione, sanno far sentire forte la loro voce quando capiscono di essere stati presi in giro.
Oggi inizia il triste epilogo della prima concreta prova di governo di Fratelli D’Italia; un partito capace di strillare molto quando è all’opposizione e altrettanto capace di fare l’esatto contrario di quello che predicava quando poi al governo, con profonda incoerenza e senza alcuna vergogna. Oggi il popolo abruzzese rivendica la sua dignità e il diritto al suo futuro».