Martina Carbonaro uccisa brutalmente dall’ex: domani l’udienza di convalida del fermo di Alessio Tucci

Cronaca nazionale
NAPOLI – Si terrà domani, nel carcere di Poggioreale di Napoli, l’udienza di convalida del fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere notificato ieri ad Alessio Tucci (difeso dall’ avvocato Mario Mangazzo), il 19enne reo confesso dell’ omicidio della ex fidanzata Martina Carbonaro (i cui genitori sono difesi dall’ avvocato Sergio Pisani).
Ai magistrati che lo hanno interrogano ha detto alla fine, di provare “vergogna”. Vergogna per avere ucciso brutalmente – con una pietrata alla testa e continuando a colpire anche quando il corpo era esanime a terra – la ragazzina di 14 anni che non voleva più saperne di lui e che due settimane prima l’aveva lasciato.
In qualche modo aveva convinto Martina Carbonaro ad un ultimo appuntamento. E in quello stabile disabitato dove i due erano stati altre volte in passato, l’ha uccisa, nascondendo poi il cadavere sotto un cumulo di rifiuti e un vecchio armadio. Subito dopo, con una freddezza che non ci si aspetta in un ragazzo di nemmeno 19 anni, va a casa della ragazza che ha appena ammazzato e consola i genitori, partecipando alle ricerche.
Ma su Alessio Tucci, muratore saltuario e con qualche precedente, i carabinieri concentrano subito le loro attenzioni.
Dice di essere andato a casa quella sera, dopo aver incontrato Martina nei pressi di una yogurteria di Corso Garibaldi ed averla salutata. Ma le contraddizioni sono subito evidenti: una telecamera ha infatti ripreso i due diretti al casolare abbandonato dove, come ha riferito un’amica di Martina, qualche volta si erano appartati in passato. A documentarlo, anche delle scritte presenti ancora sulle pareti. Il magistrato gli contesta che la sua ricostruzione è “completamente incompatibile” con quello che hanno accertato i carabinieri e Tucci prima “tentenna”, poi crolla. Piange, si dispera. E alla fine confessa mostrando anche le sue mani ferite per aver colpito, scrive il pm, “selvaggiamente e ripetutamente” e “con una forza micidiale”, la vittima.
La causa dell’aggressione viene individuata dagli inquirenti nel rifiuto di Martina a proseguire la relazione con Tucci, interrotta da poche settimane e che il giovane voleva a tutti i costi riallacciare. Fino a quell’ultimo tentativo.
Nel corso dell’interrogatorio Tucci definisce “vergognoso” quello che ha fatto. Parla di un “raptus istantaneo” che lo ha portato a colpire la ragazza. Una volta e poi altre ancora, anche quando era a terra priva di sensi. Martina non muore subito, ma l’obiettivo dell’assassino è ora quello di non farne scoprire il corpo e per questo lo occulta sotto una montagna di detriti, rifiuti e un vecchio armadio. Poi cancella le chat dal telefono dell’ex fidanzata, lo spegne e lo nasconde in una intercapedine del casolare. Infine, dopo essersi disfatto dei vestiti, affermano gli inquirenti, si “precostituisce un’aria di innocenza e estraneità ai fatti”: va a casa dei genitori di Martina, conforta e rassicura la madre e partecipa alle ricerche della ex scomparsa.
La Procura di Napoli Nord ha fissato per il prossimo 3 giugno il conferimento dell’ incarico al perito per l’ esame autoptico che dovrebbe tenersi lo stesso giorno.
“C’è un problema di prevenzione, di cultura, di formazione che non può essere affrontato in sede penale ma all’ interno della società, delle scuole e delle agenzie educative, della famiglia, dei media con messaggi che escludano dai rapporti personali la forza della sopraffazione”. Così il procuratore generale presso la Corte d’ Appello di Napoli Aldo Policastro.
Omicidio per il quale è accusato l’ ex fidanzato. “E’ un tempo in cui la forza della sopraffazione sta diventando il paradigma che contraddistingue anche interventi pubblici – ha spiegato – E quindi, io ritengo che a cascata sicuramente i ragazzi sono la parte più debole che percepisce questa cultura della forza che produce questi effetti. Se cambiamo il paradigma nei rapporti umani, non parlo soltanto di uomo-donna ma uomo-uomo, e diventa quello della gentilezza e del rispetto, allora possiamo pensare che inizia a cambiare il paradigma anche per i giovani”.
A chi gli chiede se le leggi contro la violenza sulle donne siano sufficienti. risponde: “Io penso siano assolutamente sufficienti. Noi abbiamo una normativa molto avanzata ed efficace e una magistratura che su questo si sta impegnando al massimo: stiamo lavorando in tutti gli uffici inquirenti e giudicanti al massimo per garantire rapidità ed efficacia. Ma capiamo che non basta”.