“Messo al rogo a otto anni. Non ho santi protettori ma non accantonerò la mia battaglia contro bullismo ed omofobia”: il duro sfogo del regista Giuseppe Sciarra

Giuseppe Sciarra, Ph Antonella De Angelis

Non ha il dente avvelenato Giuseppe Sciarra e non vuole vendetta.

Il regista, scrittore e giornalista pugliese del foggiano, che ha denunciato il bullismo omofobico subito all’età di soli otto anni, è un uomo tranquillo, pacificato col passato; ed in virtù di questo non è mosso dall’ astio e dal desiderio di nuocere a chi gli ha fatto del male quanto da un profondo senso di giustizia che l’ha portato ad andare in giro per l’Italia a raccontare la sua storia e a cercare di proporre il suo Ikos, un documentario sul bullismo, nelle scuole. 

” Tante persone si sono interessate a Ikos, ma sia per la situazione che c’è stata in questi anni con la pandemia che per la mancanza di appoggi politici e raccomandazioni non sono riuscito a far vedere il mio lavoro nelle scuole, anche se qualcuno si è interessato al progetto come Agedo Rimini Cesena ad esempio, mostrandomi stima e solidarietà.

Il mancato rapporto con le istituzioni scolastiche però,  mi amareggia, ciononostante sono una persona combattiva e ho capito che gli obiettivi se si vogliono raggiungere vanno conquistati! Evidentemente devo cercare un appoggio politico forte come si usa nel nostro paese, devo avere un santo protettore!”, afferma risoluto e provocatorio Sciarra.

“Sono stato vittima come molti, perché la lista è lunga, della crudele e violenta ondata omofobica degli anni 80 e 90 innescata dal machismo e dalle bufale sull’aids e la comunità lgbtqi.

I miei coetanei mi hanno messo al rogo per omosessualità, o meglio per una presunta omosessualità perché a otto anni io non sapevo chi ero.

Hanno tentato di nuocermi anzi uccidermi e  non uso questa parola in senso improprio. Ma il fattore età e lo sminuire con questo la portata dei loro atti persecutori nei miei confronti li protegge e farà sentire molta di questa bella gente a posto con la propria coscienza, anche se non dovrebbero esserlo.

Questa battaglia contro il bullismo e l’omofobia di certo non la accantonerò così.

Con il cinema, con gli articoli che scriverò a riguardo e chissà magari anche un libro farò conoscere in maniera dettagliata la grande ingiustizia che ho subito perché la gente deve conoscere nei dettagli il dolore di chi subisce tutto questo.

Molti bulli continuano a essere protetti e giustificati dai genitori, dagli insegnanti e intere comunità diventando loro complici e responsabili a loro volta di certe morti misteriose di tanti ragazzi che avrebbero potuto salvare e che invece hanno con la loro omertà e indifferenza condannato a morte!”, sostiene duramente Giuseppe Sciarra. 

” Ho saputo che in una certa località, dove un adolescente si è suicidato a causa dei bulli, i genitori dei responsabili e gli amici che gli stanno attorno continuano a fare le proprie vite come se nulla fosse successo, accusando di quel gesto disperato la vittima, invece di prendersi le proprie responsabilità come adulti incapaci di educare i propri figli e di riconoscere le loro gravissime implicazioni!

Evidentemente abbiamo una lunga strada da fare per far capire a una parte della nostra comunità che certi suicidi di molti ragazzi e ragazze sono  causati da persecuzioni a cui chiunque dopo un po’, anche una persona adulta, non riuscirebbe a sottostare, reagendo con gesti eclatanti!”, conclude il regista foggiano, pronto a fare battaglia contro il bullismo quanto e più di prima”.