Migranti a Paterno. Lettera aperta di Don Aldo Antonelli

AVEZZANO – Migranti a Paterno, dopo le polemiche e le tensioni, in gran parte inutili e ingiustificate a nostro avviso, dei gironi scorsi, prende oggi a parola Don Aldo Antonelli, ex parroco di Gallo di Tagliacozzo e di Antrosano di Avzzano, impegnato nella società civile e in associazioni antimafia e contro ogni forma di violenza.

Questa la lettera aperta che Don Aldo Antonelli ci ha fatto pervenire: «25 emigranti vengono ospitati in una struttura di Paterno, frazione di Avezzano e cosa succede?

Il problema non è il solito razzista che posta su Facebook lo stigma: «Una tanica di benzina e via». No. Il problema è che il candidato sindaco della Lega mette il suo “Like”, con il plauso dei suoi caudatari e tra lo sconcerto di molti cittadini!

Non riesco a dormire. Le lenzuola mi bruciano la pelle come se fossero ortica. Vedo il mondo a testa in giù, in una deriva di degrado dove la storia viene cancellata, le responsabilità disconosciute e noi, che siamo gli assassini, ci sentiamo vittime!

Come europei abbiamo invaso due continenti, l’Africa e l’America, esportando carne umana in cambio di una quantità incalcolabile di oro e argento. Abbiamo invaso le Americhe cancellando letteralmente i popoli che vi abitavano e impiantandoci noi come padroni: noi con la nostra lingua, con la nostra religione, con le nostre tradizioni!

Aldo Antonelli

Come Italiani, per sfuggire alla fame e alla disoccupazione create dalle due guerre mondiali, abbiamo invaso l’Argentina e il Canada e l’Australia, pretendendo rispetto ed ora che vengono 25 “morti di fame” a mani nude, in cerca di fortuna, osiamo parlare di “Invasione”!

Continuiamo, ancor oggi, a far soldi sulla loro pelle, rubando i loro diamanti e i loro minerali preziosi. Riempiamo le nostre tavole con banane e ananas prodotte delle monocolture delle nostre multinazionali che hanno distrutto e cancellato le loro economie locali. Continuiamo a fabbricare armi (siamo tra i maggiori produttori ed esportatori di armi) perché loro possano uccidersi allegramente e poi i loro fuggiaschi li chiamiamo invasori.

“Chi non distingue un pirata da un ospite, ha bisogno urgente di disintossicazione presso il più vicino presidio sanitario del coraggio” (Erri De Luca).

Bene ebbe a dire don Ciotti, in una intervista dello scorso anno su “La Repubblica”: “Le migrazioni di questi decenni sono la conseguenza di un sistema che ha depredato vaste regioni del pianeta. Dovremmo chiamarle “deportazioni indotte”. E una cinica propaganda trasforma le vittime in colpevoli”.

Purtroppo la propaganda delinquenziale e assassina della Lega ha infettato il veleno anche nelle nostre periferie: l’immaginario è ammalato dell’idea persecutoria che lo straniero sia il male. Bisogna che ciascuno rifletta su questa operazione patologica: stiamo male per ragioni nostre, per la precarietà, per la corruzione, per la crisi, per il degrado urbanistico, per un mercato bandito che non sopporta leggi ma ci liberiamo dalle nostre enormi responsabilità colpevolizzando gli altri, i migranti! E se qualcuno, senza conoscenza e senza coscienza, vuole tramare nel torbido, guadagnando voti sulle altrui disgrazie, che gli si paralizzi la lingua al solo parlare e che sia maledetto! Aldo».

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