Morte di Gioia Muliere: il Gup del Tribunale di Avezzano dice no al patteggiamento chiesto dall’avvocato Roberto Verdecchia difensore dell’imputato

AVEZZANO – Morte di Gioia Muliere, rigettata dal Gup del Tribunale di Avezzano, Mario Cervellino, la richiesta di patteggiamento avanzata dall’avvocato Roberto Verdecchia, difensore di Mario Cordischi, 24 anni, di Pescina, accusato di omicidio stradale.
Si è tenuta ieri, infatti, davanti al Gup del Tribunale di Avezzano, l’udienza preliminare per il mortale incidente che all’alba del giorno di Pasqua dello scorso anno, fra i 31 marzo e il 1à aprile, causò il tragico decesso di Gioia Muliere, 20 anni, di Avezzano.
L’incidente avvenne alle porte di San Benedetto dei Marsi quando l’Alfa Mito condotta da Cordischi e sulla quale viaggiava la giovanissima vittima, andò violentemente a schiantarsi contro un muretto di protezione laterale della strada, all’uscita da una curva, finendo poi in mezzo alla strada. Nell’impatto non vennero coinvolte altre persone o auto.
Nonostante l’arrivo pressoché immediato dei soccorritori del 118 e dei Carabinieri, per la ragazza non ci fu nulla fare e morì sul colpo a causa delle gravissime lesioni riportate. Cordischi, invece, fu condotto all’ospedale di Avezzano, in condizioni abbastanza serie, ma non in pericolo di vita.


Gli inquirenti dovettero lavorare non poco per stabilire dinamica e responsabilità e, solo dopo qualche settimana, l’attuale imputato disse di essere stato lui alla guida dell’auto. Le analisi e gli esami, tecnici e medicolegali, stabilirono che ci fossero tutti gli elementi, a partire dallo stato psicofisico compromesso del 24enne di Pescina, per sostenere la sua responsabilità nell’incidente.
Ieri, nonostante il parere positivo del Pm, il Gup Cervellino ha rigettato al richiesta di patteggiamento avanzata per Cordischi dall’avvocato Roberto Verdecchia, definendola non accoglibile a causa dell’atteggiamento tenuto dall’imputato che nell’immediatezza dei fatti cercò di negare di essere alla guida dell’auto.
Il Gup, infatti, sposa in pieno le conclusioni del perito nominato, che afferma che la responsabilità del mortale conducente è da attribuirsi a Cordischi che si sarebbe posto alla guida dell’auto in condizioni psicofisiche alterate, senza far rispettare, a se stesso e alla vittima, l’obbligo di indossare la cintura di sicurezza e per non aver condotto il mezzo nel rispetto delle norme di prudenza che debbono sempre tenersi quando si è alla guida.
Ma non solo. Il Gup evidenzia come anche lo stesso atteggiamento dell’imputato, prima la negazione di essere alla guida dell’auto, poi l’ammissione ma condizionata dal fato che un improvviso dolore la piede gli avesse fatto perdere il controllo della vettura, conduce a non poter ammetterlo al patteggiamento.
Lo stesso Gup, poi, ha ritenuto non sufficienti, per concedere il rito alternativo, gli elementi della giovane età e dell’incensuratezza del giovane pescinese ora sotto processo.
Una notizia che, in qualche modo, dà una prima risposta alla richiesta di giustizia dei genitori e dei familiari della bella 20enne avezzanese, assistiti dai legali avvocati Fabrizio Ridolfi, Domenico Eligi e Fabio Fafone, la cui tragica scomparsa fece precipitare nel dolore e nel lutto Avezzano e tutta la Marsica, impressionate da una tragedia così grande.
Ora se ne riparlerà nella prossima udienza, non prima di marzo prossimo, ma appare evidente che, con le premesse poste dal giudice, sarà molto difficile per la difesa ottenere un patteggiamento che non preveda una condanna adeguata alla gravità del fatto.