Narni, la città sotterranea che ispirò il romanzo fantasy “Cronache di Narnia”: le riflessioni di Maria Assunta Oddi

La scrittrice Maria Assunta Oddi con l'archeologo Roberto Nini scopritore e guida della Narni sotterranea
Narni, cittadina umbra in provincia di Terni, conosciuta per il suo centro storico arroccato su una collina immersa nel verde, ha dei luoghi sotterranei da poco riportati alla luce.
Intraprendere un viaggio nella città nascosta significa rivivere momenti storici che pur lontani nel tempo emozionano l’animo contemporaneo.
Se poi il visitatore è accompagnato nella fruizione degli ambienti museali dal racconto emozionante di chi nel 1979, durante un’escursione con altri cinque amici, scoprì quei luoghi è facile trovare la vivacità e l’ entusiasmo di un ricercatore capace di trasmettere al turista la sua stressa inalterata passione. Non si tratta di un semplice ritrovamento archeologico ma di un viaggio verso la scoperta dell’ignoto.
Roberto Nini, il ragazzo che per caso fece la scoperta del sito seguendo i suoi interessi di speleologia, è oggi un esperto archeologo che con il suo racconto coinvolge con lo stesso fascino della lettura di un romanzo ispirato dalla fantasia di uno scrittore.
E’ stato facile, pertanto, con l’immaginazione paragonare quei cinque ragazzi, che sotto i giardini di San Bernardo fecero di un varco nella roccia la “porta del tempo”, ai personaggi che nel famoso film “Cronache di Narnia” in una giornata noiosa, aprendo nella casa di un vecchio professore, l’anta di un armadio, entrarono in un mondo incredibilmente entusiasmante. Del resto lo scrittore britannico C.L. Lewis si ispirò a Narni, il cui nome latino era Narnia, per creare un regno magico dal sogno di un ragazzo.
Come le varie stanze della città sotterranea anche le “Cronache”, entrambe ricche di rimandi religiosi e allegorici, hanno come tema centrale l’eterna lotta tra il bene e il male.
Il nostro Roberto attraverso corridoi, cisterne e passaggi invita a ripercorrere le tracce di un capitolo nascosto del suo e nostro passato. Durante la prima tappa del percorso nella Chiesa di Santa Maria della Rupe ci parla del suo stupore riflesso nello sguardo dell’angelo affrescato in una parete. Ricordando quel momento vissuto con i suoi amici afferma: “Quell’angelo sulla parete di fronte, illuminato ,per la prima volta, dalle nostre Wonder dopo tanti anni di oblio, che ci porgeva con la mano un globo,è stato per noi un segno del destino che ci ha offerto, con quella simbolica visione, l’opportunità della conoscenza di quanto era perduto nel tempo”.
Oltre alle raffigurazioni sacre, dalla pavimentazione in vetro, è stato possibile osservare le antiche fondazioni e raggiungere una cisterna romana del I secolo a.C.
Da una vasta sala, denominata la “Stanza dei tormenti”, dove il Tribunale dell’Inquisizione conduceva gli interrogatori, siamo giunti in una cella di detenzione ricoperta da graffiti esoterici che testimoniano la sofferenza dei prigionieri. Infine da una porta nascosta si accede alla chiesa di San Domenico che custodisce un prezioso mosaico bizantino.
A questo punto, nel momento del congedo, Roberto mostra ai visitatori il suo libro autobiografico titolato “Alla ricerca della verità” dove tratta delle infinite e misteriose istanze dell’inquisizione. Infine invita ancora a riflettere su come un piccolo gruppo di volontari che si sostengono con pochi mezzi possa essere un esempio da seguire per valorizzare il proprio territorio. Riscoprire la verità racchiusa in ogni evento umano partendo dalle nostre radici ci permetterà di proiettarci verso un futuro dove il bene, come spesso accade nelle narrazioni fantastiche, possa combattere ed annientare il male: “Verrà il tempo in cui due figli di Adamo e due figlie di Eva libereranno Narnia dalla tirannia”.
Maria Assunta Oddi