Nasce l’Associazione “Regio Tratturo Celano-Foggia” che promuove la transumanza

CELANO- “Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti”. Questi sono i primi versi dell’immortale poesia di Gabriele D’Annunzio “I pastori d’Abruzzo” e, in qualche modo, il Vate vuole omaggiare i pastori abruzzesi che partono per la transumanza.

La transumanza è un punto fondamentale per la storia e la cultura abruzzese che nel 2019 è stata anche inserita nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.

E proprio per promuovere la cultura, la memoria, le tradizioni e i territori della transumanza è nata a Celano l’Associazione Regio Tratturo Celano Foggia.

Il nobile obiettivo della neo associazione è valorizzare la cultura dei territori interessati dalla transumanza e creare una rete territoriale integrata che unisca, così come ha fatto per secoli il Tratturo, tutti i paesi, le tradizioni gli abitanti, le civiltà appartenenti a regioni differenti.

Presidente dell’Associazione è Gesualdo Ranalletta, vicepresidente Donato De Mutiis, segretario Giancarlo Sociali, responsabile comitato scientifico Sergio Iacoboni, responsabile ambiente Vincenzo Letta, responsabile comunicazione Alina Di Mattia, addetto all’immagine e fotografia Carmine Frigioni, tecnico informazioni cartografiche e del territorio Antonello Febo.

La celebre foto scattata dal grande Henri Cartier Bresson a Scanno

I consiglieri sono Patrizia Polla, Federico Cifani, Paolo Merolli, Lamberto Ciofani, Claudia Cipriani, Giorgio Fegatilli, Romeo Tomassetti, Antonino Petrucci, Maria Grazia Moro, Fernanda Della Costa, Teresa Lucia Ciaccia, Alessandro Iacoboni, Ermanno Natalini, Iacobucci Maria Pia, Anna Zaurrini, Pasqualino Di Renzo, Domenico Ciaccia, Angelo Pizzardi, Manuela Pietroiusti, Maurizio Antonio Volpe, Maria Assunta Rosa, Vittoria Di Ponzio, Ugo Passerini, Nicola Di Pasquale, Angelo De Zanet, Giancarlo Pietrantoni, Loreto Evandro Ciaccia.

Il grande “rilievo della transumanza” (I sec. d.C.), rinvenuto sul muro perimetrale della chiesa di San Gaetano a Sulmona

La storia della transumanza percorre le stesse strade della storia dell’uomo e già prima della comparsa di Roma molti uomini erano impegnati nello spostamento di greggi in diverse parti d’Italia (e non solo). Bisogna dire che il termine tratturo compare per la prima volta negli ultimi anni della vita dell’Impero romano d’Occidente quando prima l’imperatore Teodosio e successivamente, in pieno alto medioevo, l’imperatore Giustiniano designava il privilegio dell’uso gratuito del suolo di proprietà dello stato e che venne esteso anche ai pastori della transumanza.

Ovviamente, con il passare del tempo e la ritrovata sicurezza dopo le avverse situazioni post caduta Impero romano d’Occidente, portarono l’allevamento ovino nuovamente a migrare all’interno dei territori: e qui si consolidarono i tratturi.

Tale sistema trovò la sua massima affermazione nel XV secolo sotto il potere aragonese:

questi – spagnoli d’origine – rivoluzionarono il modello originale della transumanza adeguandolo alla “Mesa” spagnola.

Inoltre, nel 1447, si iniziò a parlare in maniera compiuta della Dogana della Mena delle pecore, un’istituzione fiscale, con sede a Foggia, che provvedeva ad affidare i pascoli e ad esigere i tributi.

Oltre alla tassazione sulle greggi, vi furono anche delle migliorie lungo i tratturi: ad esempio Alfonso I d’Aragona aveva ampliato le sedi tratturali per adeguarle all’accresciuto numero di greggi transumanti. I terreni necessari erano stati acquistati per lo più dalle Università (Comuni) e dai baroni.

Con il passare del tempo – nonostante anche qualche problema con baroni ed altre entità di potere – la transumanza ebbe vita serena, fino all’entrata in scena di Giuseppe Bonaparte (il fratello di Napoleone) che ne sancì la temporanea fine (1806).

A seguito dell’Unità d’Italia i tratturi principali furono assimilati alla strade nazionali:

  • L’Aquila-Foggia;
  • Celano-Foggia;
  • Castel di Sangro-Lucera;
  • Pescasseroli-Candela.

Nel periodo di massimo sviluppo la rete viaria tratturale si estendeva da L’Aquila a Taranto, dalla costa adriatica alle falde del Matese con uno sviluppo complessivo che superava i 3000 km.

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