Niente ospedale da campo ad Avezzano. La Protezione Civile a Di Pangrazio: «Competenza della Regione»

Un vero ospedale da campo

La Marsica deve dire basta alle “tendopoli” e pretendere che funzionino i suoi ospedali

AVEZZANO – Avezzano non avrà il richiesto ospedale da campo con personale dell’esercito e della Protezione Civile. Almeno al momento.

Questo l’esito delle richieste, ben tre, come riportato documentalmente dagli amici della testata Site.it, avanzate dal Sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, e sostenute dalla maggioranza dei Sindaci marsicani, in primis quello di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, che ha inviato anche un sollecito alla Prefettura dell’Aquila, senza però ottenere risposta.

Le missive, inviate da Di Pangrazio e da Giovagnorio, sono partite tutte fra l’11 e il 19 novembre e le risposte a tutte e tre, pur cambiando leggermente la forma, in sostanza fanno presente che la competenza è della Regione o che, come nell’ultima, la richiesta va inoltrata alla Regione Abruzzo che ha la competenza per agire e farsi promotrice di tale richiesta presso Esercito e Protezione Civile. Insomma, strada chiusa.

Questo, in estrema sintesi, quello che è accaduto, con spazi di tempo fra richieste, dei sindaci, e le risposte di Protezione Civile e Prefettura (quest’ultima in realtà non ha mai risposto), che cozzano clamorosamente con il concetto, espressamente richiamato nelle richieste dei sindaci, della “massima urgenza”.

Forse, però, è il caso di passare oltre e fare una riflessione tanto banale quanto attuale. Ma è possibile che una zona come la Marsica, popolata da 140mila persone e posizionata fra Roma, Napoli e Pescara, debba affrontare un’emergenza pandemica con tende e tendoni nemmeno fossero attrazioni da circo? A nostro avviso la risposta è no. C’è un ospedale, come quello di Avezzano, che se ben organizzato potrebbe tranquillamente gestire, munito del personale necessario, una situazione del genere. Condizione per far sì che questo avvenga, è che parte della pressione su questo nosocomio venga però spostata su quelli di Tagliacozzo e Pescina. Invece assistiamo alle tendopoli davanti all’ospedale di Avezzano e alle camere vuote nei due presidi di Tagliacozzo e Pescina.

Questo non è modo di amministrare e soprattutto è una palese dimostrazione di disinteresse per questa zona d’Abruzzo. Perché nelle altre province, come nella città di L’Aquila, si è organizzato un sistema, si sono aperte nuove strutture, vedi l’Ospedale Covid di Pescara, l’ex G8 dell’Aquila, il Delta 7 e quant’altro, e qui, invece si deve accettare una situazione più vicina ai campi profughi che ad un sistema sanitario moderno dell’occidente civilizzato? A questo punto, in realtà, non ci interessa nemmeno avere una riposta, peraltro sicuramente arriverebbe fuori tempo. E’ ora di portare questa situazione ai livelli del Governo nazionale e ottenere attenzione e interventi concreti e certi, con tempistiche realistiche e al contempo compatibili con la gravità della situazione, per far sì che le strutture sanitarie della Marsica, gli ospedali non i tendoni, siamo messe in grado di funzionare ed assistere degnamente i 140mila sventurati che hanno il destino di trovarsi in questa zona d’Abruzzo.

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