Nuclei Cure Primarie a rischio. Lettera aperta della Fimmg L’Aquila ai cittadini: “La nostra lotta per migliorare l’assistenza sanitaria pubblica”

L’AQUILA – Nucleo Cure Primarie e sistema della sanità pubblica in Abruzzo, la Fimmg, dopo una settimana piena di polemiche e anche qualche intervento fuori le righe, riporta tutto nei binari della discussione iniziale.

La Fimmg provinciale dell’Aquila, infatti, scrive una sorta dii lettera aperta ai cittadini, cerando di riportare il discorso sui problemi. Che poi è uno solo: il ruolo importante dei Nuclei di Cure Primarie per alleggerire gli ospedali.

Nuclei che, invece, sostiene la Fimmg dell’Aquila, c’è il rischio che vengano chiusi a causa delle scelte della dirigenza della As1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila.

«Purtroppo, in questi giorni il dibattito sulla vicenda dei Nuclei di Cure Primarie (NCP), fra rifiuti di confronto, attacchi strumentali, mistificazione della realtà ed immotivate aggressioni mediatiche (che in alcuni passaggi rasentano la diffamazione), si è allontanato dalle motivazioni per le quali tutto è cominciato; ci vediamo quindi costretti a spiegare nuovamente il senso profondo della battaglia che stiamo portando avanti, tornando alla verità dei fatti.

Abbiamo abbondantemente ripetuto che i NCP sono strutture a disposizione dei cittadini, aperte 12 ore al giorno, che non vincolano più il paziente al solo orario del proprio medico di famiglia, che fornisce prestazioni infermieristiche e che, tramite il personale di segreteria, offre una serie di agevolazioni al paziente.

Hanno un’utenza media di circa 300 persone al giorno, numero che in periodo invernale, secondo il momento, arriva fra 350 e 400. Oltre ad offrire questo servizio, i NCP hanno una potenzialità mai sfruttata, che potrebbe contribuire a ridurre alcune problematiche che la sanità presenta nel nostro territorio.

Esistono due problemi innegabili sui quali i NCP potrebbero agire: le lunghe liste d’attesa per esami diagnostici e visite specialistiche, e l’intasamento del Pronto Soccorso.

Sono difficoltà cui noi medici di famiglia, quotidianamente, assistiamo: non diciamo bugie se affermiamo che ci sono prestazioni per le quali vengono dati appuntamenti nel 2025;

non diciamo bugie se affermiamo che anche per alcune visite intramoenia (cioè, a pagamento per il cittadino) abbiamo file di attesa di mesi;

non diciamo bugie se affermiamo che parecchi cittadini sono ormai costretti a rivolgersi al privato e qui, sia chiaro, non intendiamo demonizzare il privato, ma non tutti sono in grado di permetterselo.

Inoltre, la sanità pubblica, ha il dovere di offrire equamente a tutti i cittadini del proprio territorio le prestazioni, salvo poi legittime scelte personali verso strutture private.

Questo grosso problema alimenta l’altro, quello dell’intasamento del Pronto Soccorso: infatti, spesso, chi non può permettersi le spese del privato, e ha bisogno di esami o visite in tempi ragionevolmente brevi, si reca in Pronto Soccorso, per velocizzare i tempi, magari sottoponendosi a lunghissime attese, ma risolvendo la cosa entro 24-36 ore.

Ovviamente i colleghi del Pronto Soccorso (che, ricordiamolo, svolgono anche attività di accettazione per i ricoveri) essendo sottorganico, fanno i salti mortali per espletare il loro lavoro, ma ovviamente i tempi di attesa si allungano: cogliamo anzi l’occasione per esprimere loro tutta la nostra solidarietà!

I famigerati (e ultimamente diffamati) NCP potrebbero dare un notevole aiuto in queste situazioni: già nel settembre 2022 avevamo firmato un‘Intesa Preliminare con l’Azienda, in cui ci impegnavamo a ridurre gli accessi impropri al PS, sottoponendoci ad un ulteriore carico di lavoro e senza chiedere un centesimo in più (visto che si è parlato di avidità da parte dei medici) ovviamente avendo la possibilità di richiedere anche noi esami d’urgenza: non se ne è fatto nulla!

Opportunamente dotati di apparecchiature per indagini diagnostiche di primo livello, i NCP potrebbero ridurre notevolmente le liste d’attesa, decongestionare l’ospedale, e, automaticamente, ridurre anche consistentemente il ricorso improprio al Pronto Soccorso, e questo anche grazie al personale infermieristico e amministrativo di cui è dotato. Non vogliamo certo dire che sarebbe LA soluzione, ma potrebbe essere UNA delle soluzioni utili ad alleggerire il carico ospedaliero, ed a velocizzare i tempi d’attesa per i cittadini.

Ovviamente, per mettere in campo queste azioni, è necessario che i NCP sopravvivano, e, soprattutto, che mantengano l’organico prepensionamenti, perché nessun medico da solo riuscirebbe a svolgere il lavoro ordinario e quello aggiuntivo appena illustrato; inoltre, la presenza di più medici permette non solo una migliore organizzazione del lavoro, ma anche di utilizzare le peculiarità o le specializzazioni dei vari medici, agevolando il cittadino.

L’assottigliamento progressivo dell’organico che si sta verificando da due anni a questa parte non consente di agire nel senso indicato.

Quindi la nostra azione (oltre alla convinzione dell’utilità dei NCP per i motivi più volte ripetuti e che non voglio ribadire) ha una base di programmazione sanitaria: sfruttare al massimo il potenziale dei NCP così come ventilato, porterebbe ad una agevolazione notevole per i cittadini, un’efficientizzazione del servizio, un abbattimento delle liste d’attesa, un decongestionamento del pronto soccorso, una riduzione di costi per l’azienda (è notorio che servizi espletati sul territorio costano meno), ed una gratificazione professionale per i medici di famiglia.

Purtroppo, le altre ASL lo hanno capito, la nostra no. Pazienza! Noi comunque continueremo instancabili la nostra battaglia, convinti della bontà della nostra azione, anche se probabilmente sposteremo la lotta su altri contesti e altri tavoli.

Riguardo il deprecabile attacco effettuato un paio di giorni fa da una consigliera comunale dell’Aquila, attacco che eccede i limiti di un civile dibattito, stiamo valutando in queste ore il ricorso a vie legali.

Infine, a nome di tutta la Fimmg dell’Aquila, ribadiamo la piena fiducia al Segretario Provinciale Vito Albano, che ringraziamo per l’impegno profuso finora».