Opere sartoriali e pittoriche raccontano Eugenio Carbone in una esposizione a Roma presso Volare Immobiliare

Nelle continue iniziative intraprese dalla famiglia per far conoscere la figura dell’artista cosentino Eugenio Carbone, si colgono parimenti diversi sentimenti: amore, rispetto, ammirazione. Amore, rispetto, ammirazione per un uomo, per un padre, per un artista che ha costruito la sua vita intorno all’arte e alla  bellezza, lasciando un’eredità certamente difficile da portare avanti ma che sua figlia Susy, fermamente supportata da suo marito Paolo Losito e dai figli, non ha nessuna intenzione di lasciar andare e anzi, si adopera affinché venga conosciuta da quanti più possibile e diventi un potente punto di riferimento per chi, soprattutto giovani, intende inseguire i suoi sogni e realizzarli.

Nell’ambito di questi intenti, l’Agenzia Volare Immobiliare, in via Orti della Farnesina, ha accolto nei suoi locali una serata all’insegna di Eugenio Carbone e  delle sue meravigliose creazioni che, per l’occasione sono state poste in dialogo artistico con l’arte di abitare per celebrare gusto, stile ed eleganza italiani.

Nell’incontro è stata presentata la biografia “Eugenio Carbone. Un genio tra ago e pennello”, scritta da Daniela Rossi edita da Cleup, che celebra la vita e l’opera di Carbone, talento poliedrico nel mondo dell’Alta Moda e dell’arte, riconosciuto come sarto di eccellenza, abile modellista, geniale stilista e pittore apprezzato, che ha lavorato per personalità come Germana Marucelli, Sorelle Fontana, Renato Balestra.  Alcune delle sue creazioni – artistiche e sartoriali – hanno trovato posto in una esposizione ammiratissima dai numerosi visitatori tra cui il noto giornalista Osvaldo Bevilacqua accompagnato dalla moglie Sandra, che il dott. Claudio Carassiti, socio della Volare Immobiliare ha accolto con interesse e partecipazione. Le opere provengono dall’Archivio Storico di Eugenio Carbone che complessivamente comprende qualcosa come 10.000 opere, gelosamente custodite dalla responsabile dell’archivio Susy Carbone la quale ha introdotto l’incontro leggendo una frase dell’Artista, tratta dalla biografia: “…La fantasia è stata la mia compagna di vita, mi ha salvato in tutti i momenti più difficili e bui, essa assieme alla creatività e all’ingegno mi hanno sempre aiutato a trasformare il mio dolore in bellezza” dopo che la vitqa lo aveva già duramente provato prima con la perdita della madre in giovanissima età e poi di un figlio a causa di una grave malattia.

Talento eclettico, Carbone, caratterizzato da non comuni doti umane di lealtà, empatia, resilienza che sono state costantemente il filo conduttore della sua vita e che gli  hanno lasciato il segno nel mondo dell’arte e della moda.

L’incipit importante fu, per lui, l’incontro con Germana Marucelli alle prove di un abito realizzato da Carbone per Mina che lo indossò nel programma “Studio Uno” nello sketch con Totò e che è stato mostrato, in miniatura, indossato dal manichino brevettato dal Maestro e funzionalmente connesso al trattato “Fondamenti di stilismo e modellismo per la progettazione libera su manichino” scritto con il genero Paolo Losito e la figlia Susy, per i ragazzi che desiderano lavorare nel mondo della moda.

E poi, gli anni in cui Carbone ha collaborato con Sorelle Fontana e stretto amicizia anche artistica con il figlio di Zoe Fontana, Franco Mantanarini; quelli trascorsi con Renato Balestra per il quale realizzò gli abiti della collezione primavera/estate 1988 le cui foto sono state pubblicate su Vogue; la docenza presso lo IED di Roma, presso l’Accademia di Costume e Moda e, ancora, l’esperienza come docente nei seminari organizzati dal Comune di Roma, quando era Assessore alle Pari Opportunità l’attuale Senatrice Lavinia Mennuni, per l’Università di Firenze e per la Fondazione Micol Fontana.

L’esposizione delle mini creazioni sartoriali narrano di un talento, di una creatività, di una passione che il tempo non sopiva anzi, era la condizione essenziale perché fossero sempre più attive e laboriose; alcune  in seta, interamente a mano, ispirate alla metamorfosi della farfalla furono realizzate dall’artista per la Festa della Seta che nel 2013 presso Mendicino vide la ristrutturazione della Filanda Gaudio dove aveva lavorato sua madre; altre, miniature di abiti pensati e realizzati da Sorelle Fontana per donne importanti: l’abito da sposa di Linda Christian per il suo matrimonio con Tyron Power, quello indossato dalla figlia di Guglielmo Marconi e dalla figlia del presidente Truman ed infine l’abito indossato dall’attrice Ava Gardner nel film “La contessa scalza”, disegnato da Renato Balestra negli anni in cui aveva lavorato come stilista presso Sorelle Fontana prima di aprire la propria Maison. Tutte hanno fatto ‘pendant’ con le opere pittoriche rappresentative del percorso artistico di Carbone.

In ultimo, ma non per questo è meno importante, un pensiero speciale è stato dedicato al cortometraggio “Cosenza in testa” scritto e diretto dall’attrice cosentina Caterina Misasi, in collaborazione con gli eredi di Carbone  e interpretato da Vera Dragone; quest’ultima ha indossato, per le riprese un costume di pavone realizzato interamente dall’erede artistica di Eugenio, sua nipote Ginevra Losito Carbone che lo ha dipinto e cucito a mano ispirandosi ad un modello realizzato dal nonno in passato.

In conclusione, una delicata riflessione è venuta da Massimo Monteforte, ieri allievo di Carbone, oggi apprezzato stilista e docente che così so è espresso: “…Il successo che ha avuto Carbone non lo ravviso con la luce dei riflettori, secondo me il suo più grande successo è che si parli di lui, ancora oggi, con amore”.

Il prossimo appuntamento per poter ammirare ancora il patrimonio artistico lasciato da Eugenio Carbone sarà l’8 aprile a Cosenza, in occasione della prima del cortometraggio di Caterina Misasi “Cosenza in testa” che si terrà presso il Cinema San Nicola.

Archivio Storico Eugenio Carbone

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