Pene inasprite con un emendamento dell’on. Pagano per chi cattura o uccide gli orsi marsicani. Ora stretta severa su bracconieri e bracconaggio

AVEZZANO – Prima concreta risposta del Parlamento sulla questione bracconaggio e protezione degli orsi marsicani, dopo l’esecuzione della “Grande Orsa” Amarena avvenuta, nella notte fra il 31 agosto e l’1 settembre scorsi, a San Benedetto dei Marsi ad opera dell’imprenditore locale Andrea Leombruni.
La Commissione giustizia della Camera, su proposta del Presidente Nazario Pagano, ha infatti approvato un emendamento che aggrava le pene per coloro che catturino o uccidano gli orsi marsicani.
«Pene più severe per chi cattura o uccide gli orsi marsicani. Lo prevede un emendamento, a mia prima e unica firma – scrive il parlamentare abruzzese Pagano -, appena approvato davanti alle Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Giustizia.
Una modifica che ho fortemente voluto sia perché si tratta di una delle specie più a rischio di estinzione in Europa, come evidenziato da un dossier dell’Ispra, e sia alla luce della recente morte dell’Orsa “Amarena”, uccisa a fucilate a San Benedetto dei Marsi.
Ricordo che gli orsi marsicani, più piccoli di stazza rispetto agli orsi euroasiatici presenti al Nord, non hanno mai attaccato l’uomo e non hanno un atteggiamento aggressivo.
L’emendamento prevede – conclude pagano -, nel caso di abbattimento, cattura e detenzione di esemplari di orso bruno marsicano l’arresto da 6 mesi a 2 anni e l’ammenda da 4.000 euro a 10.000 euro».
Passo assolutamente positivo, al quale, però, deve seguire una iniziativa concreta di vigilanza e rigore nei controlli e nella vigilanza.
Carabinieri Forestali, Guardie del Parco e tutte le altre forze competenti in materia, debbono essere messe in condizione di operare in modo capillare, diffuso ed estremamente severo e rigoroso contro i bracconieri e il bracconaggio.
Un allarme crescente, soprattutto nelle aree protette e loro vicinanze, che riguarda soprattutto gli orsi marsicani e la gran parte della fauna selvatica tipica di questo territorio.
Ci aspettiamo, come segno di sensibilità e interesse per questa regione da parte del governo e dell’intera politica nazionale, che si vogliano prendere provvedimenti e adottare decisioni che possano rafforzare, in termini di uomini e mezzi, i ranghi di coloro che sono addetti alla protezione delle aree protette abruzzesi e, quindi, della fauna selvatica che in esse vive.