“Pesce d’Aprile”. Storia ed origine di questo giorno così goliardico

MAGLIANO DEI MARSI – “Quando si scherza bisogna essere seri”. Queste stupende parole pronunciate dal Marchese del Grillo interpretato dal grande Alberto Sordi ci possono ben accompagnare all’interno della storia del “pesce d’aprile”. Una storia fatta di scherzi, di goliardie varie e perché no anche di eventi prettamente storici. Ma la domanda sorge spontanea: ma quanto è nato il pesce d’aprile?

Oggi come oggi gli storici ancora non sono d’accordo sulla reale origine di tale festa, se così la si può definire. Alcuni si riallacciano allo scherzo leggendario che Cleopatra fece al suo amato Marco Antonio. Secondo questa leggenda, il noto condottiero romano fu sfidato da Cleopatra in una gara di pesca: Antonio, che non era solito perdere, chiamò un suo servo dicendogli di attaccare al suo amo un grosso pesce. Scoperta la magagna Cleopatra decise, a sua volta, di attaccare un grosso pesce finto ricoperto di pelle di coccodrillo.

Ma la storia del pesce d’aprile sfiora anche i confini del sacro. Siamo tra il 1334 ed il 1350 ad Aquileia, il beato Bertaldo di San Genesio liberò, miracolosamente, un papa da una lisca di pesce che gli era andata per traverso. Comunque, una delle origini più certe di tale ricorrenza la si può individuare in Francia. Perché proprio in Francia? Nel 1582 venne varato il calendario Gregoriano (ad opera di papa Gregorio XIII) che spostava al 1° gennaio la festa di capodanno. Precedentemente il primo dell’anno veniva festeggiata tra il 25 marzo ed il 1° aprile, in base all’equinozio di primavera. Molti francesi, contrai a tale cominciamento oppure semplicemente vogliosi di far festa, proseguirono tale pratica. Ovviamente chi seguiva le regole, additava tali persone con l’appellativo “sciocchi d’Aprile” oppure, in francese “poisson d’avrile ricopriva coloro che seguivano la vecchia festa di scherzi.

Il “pesce d’aprile” entrò nei confini italici molto tardi, tra il 1860 ed il 1880, e lo fece a Genova per poi espandersi in tutta la penisola. Già, perché venne scelto proprio il pesce? Le vittime dei scherzi, alcuni sono proprio da premio Oscar, “abboccano” alle burle proprio come pesci. A Magliano dei Marsi si osa dire questa divertente battuta ripercorrendo una ipotetica battuta di pesca: “Abboccano? Scie, co teco so otto”. Lasciamo che un semplice scherzo possa rallegrarci queste giornate così tristi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *