Pescina “La Cultura NON Spopola”. Lino Guanciale: «La forza della “Restanza”. Un popolo con l’anima contadina e una forza indomita»

Il video di sostegno di Lino Guanciale a “Pescina Capitale Italiana della Cultura 2025”

PESCINA – Il Dossier “La Cultura non spopola” è il progetto con il quale Pescina ha avanzato la sua candidatura a Capitale della Cultura 2025.

È l’idea, trasposta in parole, che le ha consentito di essere inserita tra le dieci finaliste, unico Comune abruzzese a concorrere per ottenere questo titolo.

Lino Guanciale, noto attore marsicano, ha offerto volto e voce, in un breve video, preparato per contribuire alla condivisione e alla diffusione dell’appello per sostenere Pescina.

Nel video, Guanciale introduce, riprendendo le parole dell’antropologo Vito Teti, il concetto di restanza che si attaglia perfettamente al titolo del dossier per Pescina.

“La Cultura non spopola”. Nella frase emblema del dossier, nomen omen; ben si addice infatti, tale espressione al titolo del progetto, dove è racchiuso tutto il senso e il significato della candidatura.

Sembra infatti, evocare la presenza di una potente forza attrattiva che pone Pescina e il suo territorio al centro e, intorno ad essa, un movimento calmo ma costante, lento ma inesorabile che si impegna a richiamare, ammaliando, vita, lavoro, e con essi cultura e turismo.

E’ fuor di dubbio che tutto si può fare ma a fronte di una premessa irrinunciabile: avere un borgo abitato, un paese vissuto, “una nuova comunità” che adotti “nuove regole dell’abitare” in cui le persone praticano per scelta vita “lenta” e attenta all’ambiente, la disposizione aperta e accogliente verso gli abitanti e gli ospiti, il riconoscimento e la valorizzazione degli aspetti culturali e la rivalutazione degli antichi mestieri, che raccontano la storia dei territori e che permangono custodi di antiche tradizioni sempre alla ricerca di motivati e appassionati giovani imprenditori per tornare a farsi apprezzare.

In una parola un paese, un borgo in cui i giovani, soprattutto, non debbano sentire il frustrante bisogno di andar via per vivere e scelgano consapevolmente di fare  restanza che – legge Guanciale – “non è una scelta di comodo né attesa di qualcosa né vocazione a contemplare la fine dei luoghi” nè diventa un voler restare ostinatamente nel borgo natìo; è piuttosto una nuovo modo di intendere la vita anzi, ancora meglio delineare una weltanschauung – direbbero i tedeschi – una filosofia di vita che, allargandosi a cerchi concentrici e partendo dallo spazio, dall’abitare, dalle tradizioni, dal mondo del piccolo del paese si allarghi e si estenda al mondo intero lungo le dimensioni  diacronica e sincronica dell’esistenza.

Foto di Eraldo Di Sipio

Da qui, il ripensamento della cultura che in quegli spazi, in quei luoghi si è sviluppata. Cultura non come una dimensione statica e inamovibile riferibile solo ad aspetti letterari e/o artistici ma, al contrario, ciò che inizia dai luoghi, dall’ambiente e dal paesaggio; una dimensione che si è trasformata nel corso dei tempi che hanno via via offerto occasioni di riconoscimento prima e valorizzazione poi dei diversi aspetti: recupero urbanistico del centro storico, cura del meraviglioso scrigno ambientale di biodiversità che è la Valle Del Giovenco, esaltazione delle dolci produzioni che fanno di Pescina “La Città del Miele”, rispetto e rivalutazione delle tradizioni popolari, religiose e enogastronomiche tutte egualmente pregiate ed eccellenti e, infine ma non ultimo, affermazione nel mondo delle personalità storiche, letterarie e artistiche  che vantano origini pescinesi.

Cultura dunque, come un contenitore che, riempito con contenuti densi e significativi, diventa fiore all’occhiello di un habitus che è mentale, concettuale ancor prima che pratico e operativo.

“La cultura non spopola” dunque, vuole chiaramente intendere che, con le giuste azioni si possono creare una serie di iniziative – letterarie, artistiche, musicali, ambientali – che avranno il potere di attrarre. Chi? Che cosa?  non solo nomi famosi e persone interessate ma fondi e risorse che – in una sorta circolo virtuoso -produrranno feedback positivo e quindi nuovi e più potenti elementi di attrazione che influenzeranno la vita, il lavoro, la cultura, il turismo.

E se è vero che – nelle parole dell’antropologo Vito Teti, lette da Guanciale – “esiste un diritto a partire”, analogamente “esiste un diritto a restare” che si palesi nel nuovo modo di percepire e vivere, “edificando un altro senso dei luoghi e di se stessi” realizzando nell’oggi ciò che, iniziato ieri, avrà bisogno di un domani per continuare ad esistere.