Piccoli gioielli brillano. La Madonna Lignea che unisce Lucoli a Petriolo

AVEZZANO – Si tratta indubbiamente di un piccolo gioiello ma proprio per questo, più prezioso; è quello della statua lignea policroma che raffigura la Madonna con il Bambino e che ha consentito ai Sindaci dei Comuni di Lucoli, provincia di L’Aquila e di Petriolo, provincia di Macerata di incontrarsi oggi, mercoledì 1 luglio alle ore 11 presso la sede del Comune di Lucoli per scoprirsi “fratelli” sotto il segno appunto, della Madonna lignea.

Ma che storia è questa?

Presto detto. Leggenda vuole che la statua della Madonna, partita da L’Aquila per raggiungere il Centro Nord, a bordo di un carro trainato da buoi, non vi arrivò mai. I buoi, giunti a Petriolo, caparbiamente si arrestarono e non ci fu verso di farli proseguire. La statua rimase a Petriolo e divenne il simbolo del borgo.

Solo nel 1984, un intervento di restauro da parte del Maestro maceratese Gianfranco Pasquali ha portato allo scoperto, incisi nel basamento, il nome dell’autore e le desinenze “magister” e “aquilanus”. Inconfutabilmente dunque, l’opera poteva essere attribuita al vero artefice: Giovanni Antonio Aquilano, esponente di massimo rilievo dell’arte statuaria abruzzese del ‘400.

Ancora poi, nel 2010, lo scrittore aquilano Alessandro Chiappanuvoli, recatosi in visita presso la cittadina di Petriolo, scoperta la statua, si pone come anello di congiunzione tra le Amministrazioni comunali e… il resto è storia di oggi.

All’incontro tra il Sindaco di Lucoli Valter Chiappini e il vicesindaco di Petriolo Enrico Vissani erano presenti la storica e critica dell’arte Michela Becchis, l’artista Piotr Hanzelewicz, il ricercatore in Storia Fabio Sileoni, il Commendatore ing. Aldo Chiavari e lo stesso Chiappanuvoli; scopo dell’incontro è stato quello di suggellare possibili scenari collaborativi per riscoprire la figura dell’artista e organizzare eventi di studio e artistici che portino alla conoscenza dei cittadini e anche degli addetti ai lavori la figura di Giovanni Antonio Aquilano.

Egli nasce, con ogni probabilità nel 1491, non è certo se a L’Aquila o nel vicino borgo di Lucoli; “il suo nome, presente in un registro comunale del capoluogo, non è garanzia della sua nascita nella città, in quanto la famiglia poteva essersi trasferita successivamente. Sicuramente egli mantenne rapporti continui con il borgo di Lucoli, secondo quanto testimonia una voce del “libro dei conti” del Comune aquilano del 1529, nella quale Giovanni risulta debitore della tassa su una “partita” proveniente dal castello di Lucoli”. (M. Becchis in Treccani – Dizionario biografico degli italiani).

Orientativamente, la statua, in pioppo policromo, può essere datata al 1525 (questa la data incisa nel basamento) e sembra essere la prima opera del Maestro; il Bambino in braccio alla Madonna, fu oggetto di ripetuti rifacimenti poiché andò distrutto a causa di un incendio nel 1539. Cu furono altre Madonne in terracotta modellate dall’artista tra il 1525 e il 1537, quasi fosse una caratteristica del suo stile che non scade mai nel banale: uso del colore, particolare tipologia dei sedili della Madre, vesti riccamente pannellate.

E’ del 1537 l’unica opera di pittura di Giovanni di cui si ha conoscenza, dal titolo “Nativita” che sicuramente fu molto apprezzata; proprio quest’opera, fa supporre che Giovanni potrebbe aver fatto viaggio verso Firenze e da lì aver “importato” in Abruzzo, la cultura figurativa fiorentina. Purtroppo, dal 1539 del Nostro non si hanno più notizie e quindi, sono sconosciute a data e il luogo della morte.

Interessante sotto il profilo artistico culturale, l’evento organizzato all’insegna della riscoperta, va anche nella direzione di (ri)valorizzare il ricco patrimonio di arti figurative, nella fattispecie quello dedicato al sacro, presente nella nostra regione; patrimonio che, ancora una volta, si offre quale perla custodita in una sicura conchiglia: il territorio interno, le cinta di monti, gli impervi passi non hanno ostacolato sensibilità e creatività di tanti artisti – Giovanni è tra questi –  che hanno offerto importanti e pregevoli opere che oggi devono essere apprezzate e divulgate.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *