Pietrucci all’attacco della Asl1: “Testa potrebbe anche pensare a dimettersi”

L’AQUILA – Durissimo attacco del Consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci alla dirigenza della Asl1 Avezzano, Sulmona, L’Aquila. Una sanità che naviga a vista, zeppa di criticità, carenze, difficoltà, che non garantisce nulla ai cittadini, sostiene Pietrucci, in balìa degli eventi e che quest’autunno, se dovesse concretizzarsi il timore di una recrudescenza del Covid-19, come sostiene l’Oms, potrebbe mettere in seria difficoltà le popolazioni dell’aquilano. Il tutto perché al comando, dice Pietrucci, c’è un Direttore generale, Roberto Testa, che non sa affrontare e non ha un programma e che, al momento, sembra più interessato alle nomine che al futuro dell’assistenza sanitaria nell’aquilano.

Questa la nota integrale del Consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci: «Non ci sono bombe e neppure trincee: eppure la guerra nella sanità abruzzese non si è fermata con il calo dei contagi che ha portato al collasso tutti i nosocomi, ma anzi continua per i lavoratori degli ospedali e dei distretti sanitari di base e continua per i cittadini che se prima rinunciavano a diagnosi e cure per la quarantena, oggi vi rinunciano per le lungaggini delle liste di attesa. 

Il nuovo virus da combattere è rappresentato dai reparti accorpati, dalla carenza di personale in corsia e da quella dei posti letto, dalla carenza di personale nei CUP e nei Distretti Sanitari di base; da un’assenza di programmazione nel servizio e nella gestione delle liste di attesa e dalla totale mancanza di un modello organizzativo che integri l’Ospedale con il territorio. La forma di lotta dei lavoratori della ASL1 a cui aderisco con convinzione assoluta e per la salvaguardia dei quali abbiamo a più riprese chiesto un intervento risolutivo al Direttore Generale Roberto Testa e alla Regione Abruzzo, accende ancora una volta i riflettori sulla situazione in cui versa l’Azienda Sanitaria della nostra provincia. 

Nonostante l’esperienza della pandemia abbia chiarito a tutti quanto l’organizzazione della sanità pubblica sia un pilastro insostituibile per la salute dei cittadini, la ASL1 continua a navigare a vista senza un timone né un nocchiere. Una situazione gravissima se consideriamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato una possibile recrudescenza del CoVid in autunno che non può e non deve trovarci impreparati: è necessario sapere quando saranno effettuati i lavori di ampliamento del laboratorio analisi dell’Aquila, come ridurre strutturalmente i tempi inaccettabili delle liste d’attesa, se i reparti del San Salvatore sono stati sanificati e se il personale viene sottoposto ai controlli antiCovid, perché non si procede a prorogare o stabilizzare i contratti dei precari quando le norme lo consentono, quando l’ADI lascerà gli scantinati della struttura dell’ex Onpi, quando il reparto di oncologia potrà trasferirsi in un luogo degno in virtù di una determinazione certa e durevole, quando sarà pienamente operativo l’Ufficio per la scelta e la revoca dei medici di base. 

Per non parlare della situazione già denunciata dei presìdi e distretti nei territori. Invece di affrontare queste priorità assolute, si procede a una politica di nomine, anche recentissime, benché ancora non ufficializzate, senza rendere pubblico il disegno strategico, che, se esiste, deve essere partecipato e discusso nei luoghi deputati. Non ci servono dunque le rassicurazioni del Direttore Generale, che oltre a proclami, annunci e alla nomina di un personal shopper aziendale, non produce atti amministrativi che riportino l’Azienda sul giusto binario. È urgente che il DG illustri in Commissione e in Consiglio Regionale il suo piano programmatico, corredato da documenti e atti formali, unici strumenti amministrativi che valga la pena discutere. Non sono certo le rassicurazioni verbali a chiarire l’indirizzo dell’Azienda, a tranquillizzare gli operatori o i pazienti che richiedono rispetto e servizi. Nel caso in cui questa situazione dovesse protrarsi, nel riassetto generale dei vertici della ASL1 dovrebbero rientrare a buon diritto anche le dimissioni del Direttore Generale Testa».

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