Pietrucci e D’Amore: “Garantire il presidio medico a Campo di Giove e nell’Abruzzo interno”

CAMPO DI GIOVE – “Era fine marzo e con un intervento sulla stampa, segnalavamo su sollecitazione di tanti cittadini, un problema concreto ed emblematico al tempo stesso per chi vive nei paesi montani.” queste le parole di D’Amore Pietrucci.

Gli stessi ricordano infatti che: “Sono passati sei mesi e Campo di Giove non ha ancora un proprio medico di base, dopo che il precedente ha rinunciato all’incarico nel mese di marzo e la sostituta – che avrebbe dovuto tamponare l’assenza almeno fino a dicembre – ha rescisso il contratto a fine settembre  lasciando senza assistenza primaria un territorio complicato come può esserlo solo quello delle aree interne. Si è ventilata la possibilità di un sostituto che però garantirebbe la presenza solo per due ore settimanali: una follia.”

Pietrucci e D’Amore spiegano poi: “Quella di Campo di Giove, infatti, è una realtà dove la popolazione è scarsa e le distanze tra i luoghi risultano disagevoli, dove non c’è nessun punto di primo intervento né ci sono infrastrutture che consentono di viaggiare velocemente e in sicurezza verso paesi limitrofi dove è presente il medico di famiglia. Scopriamo tra l’altro che persino a Cansano, il Comune peligno a 5 chilometri da Campo di Giove, la dottoressa che sta usufruendo dell’astensione da maternità avrà un sostituto che garantirà la presenza solo una volta a settimana.”

Concludono sempre D’Amore e Pietrucci, auspicando: “La Regione, che ha tra i suoi poteri anche quello di adottare procedure tese allo snellimento burocratico e all’abbreviazione dei tempi necessari al conferimento degli incarichi, deve anche riuscire a garantire la permanenza dei medici contrattualizzati, assicurando retribuzioni dignitose e adeguate a compensare i disagi di chi opera nelle aree interne, soprattutto a chi garantisce un servizio primario e indispensabile come le cure e l’assistenza sanitaria. Solo assicurando servizi essenziali, si evita lo spopolamento e si garantisce il futuro dei nostri piccoli centri montani.”

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