Pietrucci e Pepe:”Puntiamo sull’energia green. Non servono nuove trivellazioni in mare”

“La politica energetica italiana deve proiettarsi su scenari nuovi.” questo il riassunto della nota a firma dei due consiglieri regionali dem.

Spiegano Pietrucci e Pepe: “Le prospettive che vengono indicate dai più accreditati studi sulla sostenibilità ambientale e – dopo la pandemia – anche dagli indirizzi strategici delle politiche europee e nazionali, ci dicono che continuare a dipendere dal “fossile” è sbagliato, controproducente, inutile. Ecco perché bisogna segnare una svolta nei progetti di approvvigionamento energetico nazionale.”

I due spiegano infatti: “Sappiamo bene che si tratta di una priorità vitale per lo sviluppo industriale, l’autonomia internazionale dell’Italia, la tutela del fabbisogno delle famiglie, dei trasporti, della vita quotidiana del paese. E proprio per questo ci rifiutiamo di pensare che l’unica soluzione che siamo in grado di perseguire sia quella delle escavazioni in mare per estrarre petrolio, continuando a dipendere dalla disponibilità “finita” e inquinante delle fonti fossili!”

Ciononostante, precisano: “Siamo dunque a fianco delle associazioni, delle amministrazioni e dei cittadini che ieri a Martinsicuro hanno lanciato l’allarme contro la recente autorizzazione del Ministero della Transizione Ecologica ad un progetto dell’ENI SpA per la perforazione del pozzo Donata 4 DIR per lo sfruttamento delle riserve di idrocarburi nel mare antistante Martinsicuro e San Benedetto del Tronto a pochi chilometri dalla costa. L’Abruzzo non può essere – tra il mare antistante la costa e circa il 50% l’entroterra – area di colonizzazione estrattiva con gran parte del territorio oggetto di istanze e concessioni di ricerca, estrazione e stoccaggio di idrocarburi.

Aggiungono poi Pietrucci e Pepe: “Nel caso dello scenario denunciato giorni fa a Martinsicuro dalle associazioni ambientaliste – ma il ragionamento andrebbe esteso all’intera costa abruzzese e adriatica – la vocazione del nostro territorio legata al turismo e alla pesca che subirebbero un danno irreversibile dall’insediamento dell’industria petrolifera. Insomma, mentre l’Europa e il Recovery Fund vanno verso una economia green de-carbonizzata, noi per pochi spiccioli devastiamo l’ecosistema dell’Adriatico.”

Concludono i due consiglieri regionali: “Alla Regione chiediamo di opporsi e di sostenere una battaglia di civiltà, di sviluppo sostenibile e di progresso industriale, puntando per l’approvvigionamento energetico a fonti alternative compatibili con la tutela ambientale. A tutte le istituzioni chiediamo di valutare l’ipotesi (fondata su evidenti carenze procedurali dell’iter approvativo dell’opera) di avanzare un Ricorso straordinario al Capo dello Stato per scongiurare il pericolo di avere davanti alla costa teramana l’ennesimo impianto di estrazione di idrocarburi.  I Consiglieri regionali del PD faranno fino in fondo la loro parte.”

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