Pietrucci:”Resto nel PD, ma costituisco un’associazione”

Ormai chiaro il dissenso verso molto punti, un rappresentante di peso del PD lancia una nuova associazione, pur restando di base nel partito, per riavvicinarsi a tutto ciò che il centrosinistra aveva accantonato in questi anni. Queste le parole della sua nota:

“Quanto è successo nell’arco breve di questi giorni ha provocato e continua oggi a provocare una serie di riflessioni relative al lavoro che ho svolto per la mia comunità in questi anni.

Da tempo sono diventato sempre più sensibile a ciò che ho considerato (e rivendicato nelle giuste sedi del partito) limiti, errori e distorsioni della visione politica che hanno segnato il declino della politica senza risparmiare neanche il Partito Democratico, con un’accelerazione che mi è parsa ingovernabile negli ultimi due anni.

Sono stato e sarò sempre contrario al frazionismo, all’estremismo, all’opportunismo, all’avventurismo.

E sono innamorato della coralità, del pluralismo delle idee, delle scelte coraggiose ma ragionate e perseguite con la tenacia della passione. Mi avete visto scontrarmi, a volte anche duramente, con chi non rispettava il nostro territorio; mai una volta ho vacillato da quello che sentivo come l’impegno fondante, preso con la mia comunità.

Però ad un certo punto ho sentito l’esigenza, e la sento, di andare oltre le stanze di un partito. Anche il mio partito, come altri, ha compreso che deve riavvicinarsi alla gente, alla vita reale, ai temi della quotidianità, ai problemi diffusi.  Da qui è nato il mio “dissenso”, prima calibrato internamente, e che ha trovato uno sfogo nelle ultime ore. 

Ma la reazione alla mia decisione delle persone con cui sono politicamente cresciuto, con i ragazzi, con le persone che hanno creduto in me e mi hanno dato mandato di rappresentarli è stata una valanga che esprimeva preoccupazione, richiesta di non essere lasciati soli, di continuare insieme, all’interno del Partito Democratico, di consolidare e migliorare gli obiettivi che ci eravamo prefissi insieme.

Ho interpretato questa reazione come un segno di vitalità, di salute, di orgoglio. Mi ha fatto capire che evidentemente ho lavorato bene, anche se a volte con difficoltà. E che devo continuare a convogliare il mio impegno nella casa che mi ha visto nascere ma andando oltre.

In queste ore ho incontrato i colleghi e persone della comunità del PD, ovviamente anche coloro con i quali ho avuto dissensi, e ho trovato una sensibilità a ragionare sugli errori commessi e ad ascoltare, una  politica che si impegnerà in un dialogo costruttivo con me e con i territori che rappresento. Per questo resto dove sono. 

Ne esco rafforzato dall’affetto delle persone che mi hanno pregato di non andarmene e ne esco oggi un po’ più ottimista sulle direzioni che potrà prendere il partito anche a livello regionale.

Non rinuncio però alla mia idea di far nascere un’associazione che contenga anime plurali, mondi che non si riconoscono in una tessera di partito, che sono vicine alle idee progressiste e ai quali voglio dare la voce che meritano. Non rinuncio a credere che la politica così fatta possa essere più aderente alla realtà e ai bisogni della gente, alla quale potrò dare voce anche con un nuovo progetto editoriale, di comunicazione, informazione e orientamento democratico.

La sfida davanti a noi è immane. Non solo per ciò che ci ha insegnato la Pandemia, ma per il mondo nuovo, che dovremo saper costruire anche qui da noi, in Abruzzo e all’Aquila.

Perché la nuova società da costruire dovrà superare muri, egoismi e discriminazioni. Dovrà sconfiggere l’ideologia di una destra demagogica che nega la solidarietà e premia l’individualismo.

Fra qualche giorno presenterò il mio progetto associativo, al quale in molti stanno guardando con interesse. Lo farò rimanendo  nel Partito Democratico, con la convinzione, oggi rafforzata dall’enorme affetto della gente, che le due cose possano completarsi a vicenda.

Continuerò ad impegnarmi nella costruzione di un percorso che ci veda camminare dritti verso la stessa meta, con una voce più plurale. Ho la certezza negli ideali di eguaglianza sociale e del lavoro, dei diritti di tutti, nella memoria della storia comune, nel saper imparare dagli sbagli commessi, in una comunità che investe nelle competenze e nell’entusiasmo indipendentemente dai ruoli e dall’età di ognuno.

Ho la certezza che la mia voce  oggi possa essere maggiormente inclusiva, più vicina alle persone, e possa ricostruire senza preconcetti l’idea di giustizia sociale nella quale sono cresciuto grazie al partito, nel quale resto a lavorare, e che so essere patrimonio culturale di molti.”

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