Ponte Celestino V, Wwf: “Una cattedrale nel deserto costosissima e senza alcun vantaggio per il territorio”

PESCARA – “Il WWF ha inviato nei giorni scorsi a tutti gli Enti interessati proprie considerazioni in opposizione al costoso e inutile progetto di realizzare un ponte in ferro, intitolato a Celestino V, tra la SP 64 e la SS 614 nei Comuni di Roccamorice e Manoppello. Nel testo il WWF ha in primo luogo sottolineato una scarsa linearità negli atti procedurali e scarsa trasparenza con documenti non pubblicati online o di difficile accesso e con la mancata risposta della Provincia di Pescara, ente che porta avanti il progetto, alla richiesta di integrazioni. Ha poi evidenziato la necessità di effettuare la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale, quale iter previsto dalla legge. Non appare accettabile in tal senso la volontà, espressa (ma non attuata) dalla Provincia di Pescara, di procedere con un iter distinto rispetto alla Conferenza dei Servizi, attualmente sospesa ex lege – si legge in una nota stampa del WWF Abruzzo -.
Il Parco Nazionale della Maiella ha del resto subito sottolineato alcune decisive criticità degli interventi proposti, che risultano in contrasto con la normativa di attuazione della Zona B (Riserva generale orientata) del Piano del Parco vigente, area dove il Ponte “Celestino V” andrebbe a ricadere. Criticità che appaiono insanabili. In tal senso è del tutto sconcertante il fatto che la Provincia di Pescara provi a chiedere all’Ente Parco l’archiviazione del già espresso preavviso di diniego di nulla osta considerandolo, in modo del tutto arbitrario, non conforme alla procedura. Una richiesta che appare soltanto come un tentativo maldestro di ignorare gli insuperabili vincoli che insistono sul territorio.
La Provincia in più passaggi richiama il valore strategico dell’opera che sarebbe finalizzata a riconnettere la viabilità locale e dovrebbe essere funzionale a tutta l’area interessata, con ricadute anche sui comuni limitrofi – continua il WWF -. Non mancano i richiami alla fruizione turistica e alla questione delle aree interne. Ma non si presenta alcun dato di proiezione economica e di flussi turistici né di analisi del traffico viario che possa dare spessore e credibilità alle affermazioni riportate.
Considerazioni che non possono essere sostenute se si analizza concretamente l’opera in progetto: un ponte della lunghezza complessiva di circa 180 m, costosissimo, che eviterebbe una sola curva! Si rimane davvero sconcertati! Milioni di euro spesi per realizzare una struttura del tutto inutile, che non risolverà alcun problema di viabilità (le infrastrutture presenti prima e dopo il ponte resteranno le stesse), non migliorerà l’afflusso turistico e non risolverà i problemi delle aree interne. Uno sperpero di fondi che dovrebbero essere utilizzati invece per risolvere i reali problemi dei territori montani, ad esempio con una costante manutenzione di strade in gran parte dissestate e difficili da percorrere anziché inventarsi l’ennesima cattedrale nel deserto.
Bisogna inoltre considerare il danno che una simile infrastruttura avrebbe già nella fase di cantiere, nella quale sarebbero necessari interventi pesantissimi, che aprirebbero ferite insanabili. Senza dimenticare che siamo in un’area a elevato rischio sismico con presenza di numerose faglie attive. Tali impatti si potranno approfondire solo con gli Studi di Incidenza Ambientale, attualmente non realizzati, ma è evidente che un’opera di tale portata non potrà evitare danni alle componenti ecosistemiche. Gli aspetti critici, che dovrebbero sconsigliare la realizzazione del ponte, sono del resto correttamente sottolineati nella stessa Relazione generale che accompagna il progetto. La zona in cui si vorrebbe intervenire è soggetta a vincolo idrogeologico e vincolo archeologico, è tutelata dal Piano Regionale Paesistico (si trova all’interno di aree B1, a trasformabilità mirata, e A1, di conservazione integrale), ricade in pieno nella Zona a Protezione Speciale Parco Nazionale della Maiella ed è contigua al Sito di Interesse Comunitario IT7130031 “Fonte di Papa”. È inoltre prossima a una zona a Pericolosità molto elevata, è soggetta a Pericolosità da scarpata ed è in Zona sismica 1, quella più pericolosa, nella quale la probabilità che capiti un forte terremoto è alta“.
«A questo punto – dichiara la delegata WWF Abruzzo Filomena Ricci – non possiamo che invitare l’Amministrazione della Provincia di Pescara a sospendere in autotutela ogni procedura che attiene all’approvazione e all’appalto dei lavori per la realizzazione del Ponte Celestino V, a richiedere l’attivazione della VINCA e della VAS, vale a dire degli strumenti volti da un lato a studiare gli impatti delle opere su specie e habitat tutelati e dall’altro a garantire la partecipazione dei cittadini, e a ripensare al territorio con una visione ben più ampia di quella di un ponte di 180 m che assorbirà risorse per milioni di euro senza alcun reale vantaggio se non per progettisti e imprese».