Premio per l’abruzzese Carlo Maria Marchi alla II edizione del Concorso Nazionale “Siamo uguali nella diversità” di Salerno

Il penitenziarista e docente universitario Carlo Maria Marchi vince, con il racconto “JAMILA E IL SUO VIAGGIO”, il premio della II edizione del Concorso Nazionale di Racconto breve e poesia “Siamo uguali nella diversità”, che il Centro studi di Ricerche Economiche e Sociali Mondi sostenibili ha promosso e organizzato tenendo ben presenti il tema e l’ Obiettivo 10 dei Agenda 2030 dedicato alle diversità e al modo di vivere le emozioni che suscitano, quali paure, insicurezza, la fatica nell’accettazione di sé, la voglia di farcela, la capacità di sorridere, il desiderio di amare. 

La sezione di interesse del Nostro è quella del Racconto inedito breve in lingua italiana (l’altra sezione presente nel premio, Poesia inedita in lingua italiana) che l’autore, romano di origini ma aquilano di adozione, eccellente rappresentanza dell’Abruzzo, ha evidentemente svolto in modo approfondito ed empatico, tanto che la giuria composta da personalità esperte di ecosviluppo –  prof. Giovanni De Feo docente di Ecologia Industriale, dott.ssa Maria Rosaria Meo, prof.ssa Angelina Sessa, Ing. Vincenzo Leone e Dott. Giovanni Moccia –  ha deciso di premiarlo nel corso della cerimonia che si è svolta giovedì 26 gennaio 2023  a Salerno, presso il Salone Bottiglieri del Palazzo della Provincia.

Carlo Maria Marchi, scrittore per passione, non è nuovo all’odor d’inchiostro.

Ha infatti all’attivo quattordici pubblicazioni; prima, saggi in tema di applicazioni giuridiche  e pedagogiche in ambito detentivo  e poi, romanzi e racconti che, per sua ammissione, attingono situazioni reali e per i quali ha ricevuto attesati e premi in diversi concorsi letterari.

E’ di dicembre 2022, il Premio alla Carriera ricevuto dall’organizzazione e dalla giuria del Premio Internazionale di Poesia “I Versi non scritti…” che ha così motivato il riconoscimento:

 “Per aver saputo lavorare con i primi e con gli ultimi, usando con entrambi la stessa tenacia e la stessa etica. Per essere stato un modello etico e umano, nonché, un esempio di accoglienza e di grande benignità, ed essere stato nel contempo, in ogni suo percorso lavorativo, incorruttibile e determinato. Per aver saputo educare e “rieducare”, per aver saputo insegnare e imparare e per essere stato un modello di valore e di preparazione, dalle anguste dimensioni esistenziali delle case circondariali presso cui svolgeva l’attività di educatore alle vaste aule universitarie in cui ha avuto modo di trasmettere agli studenti il suo sapere, fino alle amate pagine di letteratura che ha prodotto nel corso degli anni e della sua carriera.”