Primapagina – “Essere homeless all’epoca dell’epidemia…”

AVEZZANO – Sono da poco trascorse le 21,00. Una gelida tramontana percorre le strade vuote, rischiarate appena dai lampioni. Una Città vuota, muta, inerte, fatta solo di vetrine chiuse e di angiporti male illuminati…
Neanche un cane per strade che sembrano quelle di una città abitata solo da ombre!
Guardiamo il termometro che segna poco meno di 2 °C…
Il vento arriva a gelide ondate, forse, chissà, magari dalla lontana Siberia.
Lo stesso silenzio sembra congelarsi in una sorta di coltre impenetrabile che sa di solitudine mortale…
Ed ecco lì, l’angolo sopra le scale, di accesso all’ingresso principale delle Poste Italiane di Via Marconi.

Senza parole… (gmdp)

Sotto un paio di coperte colorate, sta’ qualcuno che ha cercato riparo al freddo per una notte all’addiaccio.
Altrove sarebbe un homeless, un clochard, un barbone, qui vediamo, invece, solo un uomo che gli strali di un’avversa fortuna hanno relegato qui all’aperto, senza una casa o un letto come è invece per quei tanti leoni da tastiera che han gridato in questi giorni, dal loro rifugio sicuro, “state a casa!
Ecco uno che casa non ha!
Non ne conosciamo la storia.
Per puro rispetto della sua dignità, fotografiamo da lontano, solo per documentare, per denunciare e non per indagare sulla persona!
Fa freddo, la tramontana infuria e vediamo quest’uomo nascosto sotto le coperte, in un angolo che forse gli dà riparo, ma c’è da chiedersi come possa accadere in questa società tecnologica, da finanza da trading online che promette ricchezze inusitate a tutti, da mega-suv iperaccessoriati, della politica che si riempie la bocca di paroloni, ebbene ci chiediamo come sia possibile che qualcuno, all’epoca della epidemia che ha sconvolto ogni cosa possa essere lasciato solo, in una notte fredda che si preannuncia, ma che diciamo, che è la più fredda di questa primavera, in un angolo chiuso nella sua silenziosa e disperata dignità…
Davvero fa freddo anche in questo scriptorium…
Ma nel cuore di quell’uomo c’è un ghiaccio di cui nessuno sembra curarsi!
Chi si cura, oggi, all’epoca dell’epidemia di uno dei tanti “ultimi”, uno che per questa notte avrà solo qualche coperta per coprirsi e come cuscino il suo sacco di povere cose?

P.S.: L’immagine di testata è di repertorio.-

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