“Quota Mille” ad Opi, salvezza del camoscio d’Abruzzo

OPI – A 1250 metri sopra il livello del mare, nel bacino dell’Alto Sangro e al centro di un suggestivo anfiteatro composto dai monti Marsicani sorge Opi.

Il borgo è incluso nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e ha meritato la bandiera arancione dal Touring Club Italiano.

Opi ha incuriosito le telecamere Rai che con Sem Cipriani si sono spinte fin qui con lo scrittore Peppe Millanta per una nuova puntata di “Quota Mille” a cura di Paolo Pacitti.

Peppe Millanta a Opi

«L’origine del nome – spiega Millanta – è incerta. Potrebbe derivare dal termine indigeno “ops”, cioè lavoro agricolo, o dal latino “oppidum”, ovvero città fortificata.

Secondo altri invece, è legato alla divinità arcaica romana di Ope, dispensatrice dell’abbondanza, cui forse in tempi antichi era dedicato un tempio posto proprio su questa collina.

Opi ha conservato intatte le sue caratteristiche originarie: nasce nel tardo medioevo, nel periodo dell’incastellamento, e così è rimasta con la caratteristica struttura “a fuso”, con le case vicine a comporre una fortificazione verso l’esterno».

Due esemplari di Camoscio d’Abruzzo

Opi ha la sua importanza anche per aver salvato il Camoscio d’Abruzzo.

La specie fu scoperta nel 1899 ed è stata distinta dal camoscio alpino, con cui veniva confusa; a più riprese ha rischiato l’estinzione.

Nel 1913 fu istituita anche una legge che ne vietava la caccia, la prima del genere in Italia, ma non bastò: negli anni ’20 non erano rimasti che 15-20 capi.

Il borgo è stato celebrato dalle opere dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher

La svolta si ebbe con l’istituzione del Parco Nazionale, nel 1922 e come specifica Millanta: «Un’attenta gestione degli animali, e luoghi di sensibilizzazione come il Museo, hanno permesso oggi la presenza in Abruzzo di circa 3200 animali, divisi in 5 colonie presenti nei maggiori Parchi della Regione».

Maurits Cornelis Escher

Il borgo di Opi è famoso anche per il legame con l’artista olandese Maurits Cornelis Escher, probabilmente il più grande incisore del ‘900.

Uun vero e proprio rivoluzionario per tutto quello che riguarda la prospettiva e la divisione dello spazio.

Celebri sono i suoi disegni rompicapo, le sue scale senza fine, i suoi paradossi geometrici.

Si spinse fino ad Opi per realizzare un libro illustrato dedicato all’Abruzzo, regione di cui si era innamorato tanto da visitarla più volte.

Opi ha salvato dall’estinzione il Camoscio d’Abruzzo

L’accoglienza in questa terra in realtà non fu delle migliori: Escher fu scambiato addirittura per uno degli attentatori del Re Vittorio Emanuele III, e quindi interrogato e trattenuto dalle forze dell’ordine.

Opi nell’opera di Escher

Chiarito l’equivoco, Escher realizzò così 28 incisioni raffiguranti alcuni dei borghi abruzzesi che incontrò nel suo vagabondare a dorso di mulo.

Tra questi, per l’appunto, il borgo di Opi, visto da questa prospettiva inusuale.

Chi vuole saperne di più può farlo sulla pagina Facebook di Peppe Millanta

Il libro non fu dato mai alle stampe, ma oggi il profilo di Opi, grazie al tratto unico di Escher, è ammirato ogni anno da migliaia di ammiratori dell’incisore olandese.

Escher, nelle sue lettere riguardo ai suoi viaggi in Abruzzo, disse: “Mi piace godermi l’inatteso”.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione.

Novità, curiosità e piccole anticipazioni sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata ad Opi.

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