Raffiche di denunce per reati contro il patrimonio

Rieti – Continua senza sosta l’attività preventiva e repressiva da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Rieti. Tale attività si inquadra in un più ampio contesto di servizi a largo raggio per fronteggiare in particolar modo i reati contro il patrimonio.

In tale contesto, i militari della Stazione di Cottanello, dopo una breve attività di ricerca, hanno rintracciato P. G. classe 1940, destinatario di una misura restrittiva della libertà personale; nello specifico, la Corte d’Appello di Roma aveva emesso nei suoi confronti, un Ordine di Espiazione Pena dovendo scontare un residuo di anni 6, mesi 1 e giorni 25 di reclusione per svariati reati contro il patrimonio e la persona. Il soggetto veniva rintracciato presso l’Ospedale Civile di Rieti ove era degente da alcuni giorni. I militari gli hanno notificato il provvedimento e l’arrestato, veniva lasciato in degenza presso il nosocomio. Lo stesso, appena dimesso, sarà tradotto presso la propria abitazione ove dovrà scontare la pena in regime di arresti domiciliari.

In un contesto di prevenzione dei reati contro i furti in abitazione, i Carabinieri delle Stazioni di Magliano Sabina e Configni, hanno deferito in stato di libertà quattro persone tutte dimoranti nella provincia di Roma, per il reato di tentato furto in abitazione. Il tutto è scaturito allorquando i militari di Configni, sono stati allertati da un privato cittadino che aveva sorpreso e bloccato una persona al piano terra della sua abitazione. I Carabinieri, intervenuti sul posto, lo hanno identificato; si tratta di un cittadino bosniaco domiciliato a Zagarolo (RM), già noto alle Forze di Polizia. Nel contempo, era stata altresì segnalata un’autovettura sospetta che si aggirava nei paraggi, con tre persone a bordo. Allertato il dispositivo in atto, poco dopo, la stessa veniva intercettata dall’autovettura di servizio della Stazione di Magliano Sabina. Gli occupanti, due donne ed un uomo, di origini bosniache e croate, avevano tutti i contatti telefonici con il cittadino bosniaco fermato a Configni e pertanto era verosimile che la banda operava lasciando le varie persone deputate ad introdursi negli appartamenti, per poi essere “recuperate” da una delle donne che era alla guida.

Tra l’altro, i quattro hanno dovuto provvedere in proprio a far ritorno alle loro dimore, dal momento che l’autovettura veniva posta sotto sequestro in quanto la donna che la guidava, era sprovvista di patente di guida perché mai conseguita.

Inoltre, i Carabinieri della Stazione di Rivodutri, hanno deferito per oltraggio a P.U., un venticinquenne del luogo, in quanto all’atto di notifica di un provvedimento, lo stesso ha iniziato ad inveire, senza alcuna ragione, contro i militari con frasi oltraggiose ed offensive.

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