RECENSIONI LETTERARIE– “A SALINA IL VENTO CAMBIA”

Giacomo Cacciatore e Raffaella Catalano hanno costruito insieme un romanzo interessate! Caratterizzato da una scrittura esemplare e accattivante.

A quattro mani, a Salina, quella che è considerata da molte guide la più green delle isole Eolie, sicuramente favorita dalla sua posizione protetta, posta al centro dell’arcipelago siciliano, ricca di vegetazione e d’acqua, una sorta di paradiso mediterraneo, loro due hanno realizzato un nuovo giallo o un noir: sarà un po’ il lettore a decidere.

L’accattivante copertina del volume

La storia è quella della scena nella quale si prepara la festa più importante dell’anno, a Ferragosto, e l’imprenditore milanese Fratantoni, che ha aspirazioni politiche quale possibile futuro sindaco di Santa Marina, si sta impegnando a fondo nel finanziarla, ricorrendo a tutti i mezzi e le maniere, un po come avrebbe fatto un certo “Cavaliere” (così ha osservato una persona – acuto osservatore – dopo aver letto il romanzo).

Abbiamo incontrato alcune persone che leggevano in treno ed altre in libreria e abbiamo chiesto loro perché stessero leggendo quel libro o lo stessero acquistando, e hani risposto così: “Ho già letto un altro libro di Giacomo Cacciatore”, “Mi intrigano i libri sulla Sicilia e, in particolare, i gialli”, “Mi incuriosisce il titolo”, “Sono stato a Salina, spesso, ci vado in vacanza da anni… Conosco i posti e voglio vedere cosa accade lì… quando non ci sono”. L’ultimo commento si scioglie in un sorriso divertito e ricco di curiosa attesa…

Tornando alla storia, lo scopo della carriera politica in possibile apertura è quello di avviare speculazioni edilizie poco legittime o anche di peggio, con illeciti di ogni tipo.
La storia d’Italia, in ogni dove, è ricca di queste collusioni fra politica e affari, soprattutto edilizi.

Ma c ‘è anche un ritorno, ed è quello di Franz Pomar, di madre tedesca e padre di Salina, che giunge come nuovo comandante della stazione dei carabinieri.
Magari ci si può chiedere se sia più vicino al maresciallo di Pietro Germi (“In N ome della Legge”), a quello dei racconti omonimi di Mario Soldati o, ancora, al maresciallo di Sciascia rappresentato nel film “Il giorno della Civetta”, ma questo non sta a noi dirlo, dobbiamo lasciarlo stabilire ai lettori, anche perché i confronti van fatti nel contesto storico e temporale, però intriga lanciare la domanda… 

E’ un ritorno, quello del maresciallo, che porta con sé nostalgia e un ritrovato amore, ma che costringe a fare anche i conti con quel che è accaduto durante la lunga assenza.

“Si tira u’ ventu, fatte canna” non è certo il motto per Pomar in un’isola che sembra un pezzo di Sicilia staccato dalle pagine del Gattopardo.

Forse a Salina ci sono quei “dei”, “uomini perfetti”, siciliani che possono “cambiare le cose senza cambiarle”?

La Sicilia e Salina, come distinguerle? Si distin guono davvero? Oppure, quell’essere in mezzo all’azzurro mare, solcato un tempo dai legni dei greci, stabilisce una differenza sostanziale? Anche questa è una domanda che ceve andare ai lettori…

Salina sembra fissata in una sorta di immobilità antica, sedimentata nel tempo e cristallizzata in una eternità immutabile.

Ma sotto la cristallina forma a specchio del tempo fermo, si agitano inquietudini che sono in attesa di un evento, quello del vento che rigiri da una nuova direzione…

E come non pensare a quel detto di Qoélet: “il vento gira a tramontana e poi gira a scirocco e, gira e rigira, sui suoi giri il vento ritorna…”

E questo significa una sola cosa, e cioè che quando a Salina il vento cambia tutti tornano a quel che sono veramente e non a come appaiono…