Reddito di cittadinanza: analisi della INCA (patronato CGIL)

Con l’avvicinarsi del termine di questa fonte di assistenzialismo verso le fasce più bisognose per il reinserimento nella catena lavorativa (o per lo meno così nasceva il Reddito di cittadinanza), CGIL, tramite INCA, fa una lucida analisi della situazione abruzzese. Queste le sue parole:

“Alla scadenza dell’ultima rata del Reddito di Cittadinanza si annunciano gravi tensioni sociali. 

I beneficiari della prima ora rischiano di restare senza soldi e privi di ogni alternativa, in attesa della possibilità di rinnovare la domanda per l’accesso al reddito di Cittadinanza, che avverrà a seguito di specifiche da parte dell’Ente Previdenziale. Il Governo infatti ha previsto nuovi strumenti di sostegno al reddito per le fasce più disagiate della popolazione, come ad esempio il Reddito di Emergenza limitato ad oggi a tre mesi, ma gli stessi sono risultati incompatibili con il Reddito di Cittadinanza. 

Migliaia di abruzzesi di troveranno ora in una condizione di assoluta disperazione. Si tratta di una buona fetta dei 21.036 uomini e donne titolari del Reddito di Cittadinanza, appartenenti a nuclei familiari che in totale comprendono 48.468 persone. In Provincia dell’Aquila sono 5.381 con il coinvolgimento di 12.407 persone. 

Il mancato reinserimento lavorativo in molti casi è stato determinato dalla vicenda del COVID 19, che da una parte ha paralizzato la dinamica naturale del mercato del lavoro e dall’altro ha impedito in maniera sostanziale la relazione dei singoli con gli agenti economici e le istituzioni. Le difficoltà di avvio della seconda fase, finalizzata alla creazione di occasioni di lavoro, ha fatto il resto.

Ora la situazione rischia di assumere dei tratti di assoluta gravità anche perché i bisogni materiali si fanno sempre più pressanti. La CGIL dell’Aquila evidenzia come nelle zone interne dell’Abruzzo le difficoltà di accesso al servizio pubblico ha reso tutto più problematico, soprattutto per i giovani e le donne, Lo strumento del Reddito di Cittadinanza rischia di tradursi in uno strumento di mero assistenzialismo, che pure è importante per la sussistenza di una parte significativa della popolazione, ma nello stesso tempo non fa il paio con una capacità di riscatto individuale attraverso le possibilità date dal lavoro e dalla buona occupazione.

Occorre allora rilanciare gli investimenti pubblici e privati, con un occhio di riguardo per le zone interne, che ora rischiano di sommare marginalità economica  a marginalità sociale. A questo punto non è garantita la tenuta delle comunità e le nostre sedi sono prese d’assalto alla ricerca di chiarimenti su come ottenere la proroga del Reddito di Cittadinanza e nuova disponibilità economica per sopravvivere. 

La situazione è seria e le incertezze sono ancora troppe: la povertà avanza e la sofferenza cresce. Le istituzioni sono chiamate a fare quadrato perché la disperazione non diventi incontenibile. Occorre un radicale cambio di visione, ma intanto stiamo attrezzando la nostra capacità di risposta per la tutela individuale dei potenziali percettori del Reddito di Cittadinanza, predisponendo l’accoglienza per l’inoltro delle domande e l’attività di assistenza in sede sindacale. Nei prossimi giorni lanceremo una campagna di mobilitazione perché nessuno debba sentirsi abbandonato, in un momento così difficile per tutti.

E’ fondamentale mantenere al centro il valore della solidarietà e dell’accoglienza, respingendo ogni tentativo di spezzare il senso collettivo dell’azione politica e sindacale. Non abbiamo bisogno di divisioni, ma di uno sforzo corale da parte di tutti per restituire dignità e valore alla vita di ognuno di noi.”

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